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​Un Giardino del Bene in Giordania contro l’odio e il terrore

di Gabriele Nissim

Gabriele Nissim al Giardino del Bene

Gabriele Nissim al Giardino del Bene

A chi propone l’odio, la guerra, la violenza, rispondiamo con l’amore, la pace, la non violenza e il perdono.
È questa una illusione, una follia, un’utopia, un discorso vuoto?

No, è questo il più grande interesse materiale e spirituale dell’uomo, come scriveva il filosofo ebreo Baruch Spinoza nel 1600. Noi sviluppiamo la nostra potenza e la nostra forza quando cooperiamo ed agiamo tutti insieme. Ci dimentichiamo troppo spesso che l’uomo è un essere molto fragile su questa terra e pecca di presunzione quando pensa di potere ottenere dei risultati da solo e a scapito degli altri. Tante volte siamo così tanto stupidi da non accorgerci che se non uniamo tutte le nostre forze anche il nostro pianeta rischia di distruggersi per i cambiamenti climatici che noi con la nostra incuria e il nostro egoismo abbiamo provocato.

Oggi c’è un pericolo nel mondo. La gente crede che chiudendosi con un muro nella propria religione, nel proprio territorio, nella propria nazione, nel proprio ego, sarà più felice. Non è vero. Solo la condivisione, la pace, il gusto della pluralità ci rendono più felici. Grandi medici come lo scienziato italiano Umberto Veronesi hanno scritto che quando l’uomo si cura dell’altro uomo prova nel cervello una sensazione di benessere. Il bene è nel nostro Dna. Il bene è nella natura umana.

Il motivo è molto semplice. L’uomo è un essere sociale. Per vivere felice ha bisogno di cooperare con gli altri uomini. Quando, invece, chiude le sue porte diventa preda della paura e dell’angoscia. Non c’è niente di peggio che rinchiudersi dietro a una frontiera e vivere con in testa l’idea della minaccia del nemico.

Il messaggio cristiano “amate il vostro nemico” può sembrare un’assurdità, un controsenso. Come è possibile amare chi ci fa del male? In realtà quel messaggio ci invita a liberare le nostre menti dalla costruzione del nemico. Quanto è pesante e deprimente sentire dell’odio nei confronti degli altri, e non trovare la forza di perdonare e di ricominciare! Chi odia e vive di rancore e di invidia conduce una vita misera e infelice.

C’è però una questione fondamentale. Il bene è sempre una scelta. La tentazione ci può portare in una cattiva direzione. Tante volte l’umanità è salita sul treno sbagliato pensando di prendere una scorciatoia, abbracciando regimi sanguinari e lanciandosi in guerre senza senso.
Ecco perché abbiamo un compito che, come aveva capito Socrate, continuerà per tutta la storia dell’umanità: dobbiamo educare i giovani alla responsabilità e al valore del bene. Socrate andava nelle piazze di Atene per risvegliare la coscienza dei cittadini e insegnare cosa è giusto e cosa è sbagliato. Non c’era una ricetta. L’uomo doveva abituarsi a pensare da solo e a guardare il mondo dal punto di vista degli altri.

Allora noi di Gariwo, la foresta dei Giusti, abbiamo pensato che c’è un mezzo innovativo per educare la gente all’amore e al rispetto degli altri. Lo abbiamo chiamato la diplomazia del beneVogliamo creare in ogni Paese, in ogni nazione, in ogni città un Giardino dei Giusti in cui dedicare degli alberi agli uomini migliori dell’umanità.
Questi individui sono come dei maestri che insegnano a praticare la virtù. I Giusti che onoriamo ci pungolano come Socrate a dialogare con la nostra coscienza. Il bene non si trasmette con dei precetti e con delle prediche, ma prima di tutto con delle storie e degli esempi positivi.

Ci piace l’idea che i Giardini diventino come un grande teatro dove le persone si possano educare alla relazione più bella e importante tra gli esseri umani: l’amicizia, quel gusto di amare che rappresenta l’antidoto più grande all’idea malsana del nemico. E quale è l’insegnamento fondamentale di un uomo giusto? La definizione migliore la troviamo nella Bibbia e nel Corano. Chi si prende cura anche di un solo uomo e gli salva la vita, salva il mondo intero. Non è una frase retorica: ogni volta che un uomo soffre, viene umiliato o perisce, è tutta l’umanità che perde una parte di sé e ne avverte la mancanza. Se viene meno un pezzo di mondo, la perdita è di tutti. Ecco perché ognuno di noi è un custode della salvezza del mondo intero.

Perché abbiamo scelto la Giordania, dopo avere creato un centinaio di Giardini in Italia, in Europa e nel Medio Oriente? Ricordo che lo abbiamo fatto recentemente anche in Tunisia e a Neve Shalom con israeliani e palestinesi.
Il motivo è che la Giordania è un Paese esemplare di fronte ai problemi del nostro tempo. Ha accolto milioni di profughi. È un esempio per la sua propensione alla pace. È in prima linea per la difesa del pianeta contro i cambiamenti climatici. È un grande baluardo contro la minaccia terroristica.

Ci sono due cose fondamentali nell’inaugurazione di questo Giardino del Bene.

In primo luogo la Giordania ha voluto lanciare un messaggio di grande importanza per tutto il Medio Oriente: l’uguaglianza tra uomini e donne. Ecco perché tra le figure onorate ci sono due grandi donne come Haifa’a Al Bashir, la presidente della Jordanian Women’s Union che tanto ha fatto per le donne e i bambini, e Zaha Jarnadaneh Manko, la fondatrice dello Zaha Cultural Centre for Children.
E poi vorrei ricordare due vittime del terrorismo, come il primo ministro Wasfi Al Tal, assassinato dal Settembre Nero e il pilota Moath Al Kasasbeh, bruciato vivo dagli assassini dell’Isis.

Ricordare oggi queste figure in Giordania significa dire al mondo che la battaglia contro il terrorismo può essere vinta quando si insegna ai giovani il valore fondamentale della vita umana.
Chi racconta che si va in Paradiso massacrando gli esseri umani e usa il nome di Dio per giustificare questi atti criminali, in realtà vuole uccidere Dio stesso e costruire un inferno per tutta l’umanità.
Come ci ha insegnato Jasmina Kadra, un grande scrittore algerino e musulmano, nel libro L’Attentato, il vero paradiso si può costruire soltanto salvando e curando gli esseri umani su questa terra.

È questo il grande messaggio morale che vogliamo lanciare dal Giardino del Bene dello Sharhabil Bin Hassneh Eco Park.

Gabriele Nissim

Analisi di Gabriele Nissim, Presidente Fondazione Gariwo

30 ottobre 2017

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