La Commissione per il Chiarimento Storico
Nel 1994, sotto la pressione internazionale e col patrocinio dell'ONU, le parti in lotta si incontrarono a Oslo per concordare una cessazione delle ostilità. In quell'occasione nacque una Commissione per il Chiarimento Storico (CEH), con il mandato di ricostruire l'andamento degli eventi nel corso di quegli anni e di promuovere la riconciliazione sulla base della verità storica.
Dopo un'indagine durata cinque anni, condotta con la cooperazione dei testimoni e col sostegno finanziario delle più importanti istituzioni internazionali, la CEH ha appurato che le stragi furono causate solo marginalmente da azioni militari contro i guerriglieri, ma si connotarono nella grandissima maggioranza dei casi come crimini contro l'umanità, nella fattispecie contro la popolazione Maya. La CEH ha stabilito in 626 gli episodi di massacri di civili inermi da parte delle forze governative.
Sotto il profilo politico, la CEH ha accertato che la responsabilità diretta dei massacri va in primo luogo attribuita ai due capi di governo che si sono succeduti al potere fra il 1978 e il 1983: Romeo Lucas Garcìa e Efrain Rios Montt. L'esecuzione materiale delle stragi fu condotta sotto la supervisione del generale Hector Gramajo, coordinatore e supervisore dei comandanti militari delle operazioni per la zona occidentale (Alta e Baja Verapaces, El Quiché, Huehuetenango e Chimaltenango).
Il lavoro della CEH è stato supportato da un altro documento, Mai più, pubblicato il 24 aprile 1998 come parte del progetto interdiocesano per il recupero della memoria storica (REMHI)
Romeo Lucas Garcìa assume la presidenza del Guatemala, luglio 1978.
Giunta di governo del marzo 1982, al centro Efrain Rios Montt.
Le Pattuglie di Autodifesa Civile (PAC)
Una menzione particolare merita il coinvolgimento di civili fra gli esecutori dei massacri, pianificato dai vertici politici e militari. Nei primi anni '80 fu ideato un piano militare (Plan Victoria) che istituiva un corpo paramilitare, a cui venne dato il nome di Pattuglie di Autodifesa Civile (PAC) col compito di affiancare l'esercito nell'azione repressiva. Molti civili furono reclutati, spesso con la forza, in queste PAC. Rios Montt perfezionò e intensificò l'uso delle PAC. Lo scopo era di fornire manovalanza all'esercito per il "lavoro sporco", con il duplice risultato di rendere più efficace la repressione e di dirottare su responsabili diversi dai militari eventuali accuse di crimini di guerra.
Sebbene le PAC si siano rese responsabili di atrocità innumerevoli, studi dell'Università di Yale hanno dimostrato che, su ogni cento massacri compiuti nei primi anni '80, ottantasette sono da attribuire ai militari che agivano in base a un preciso disegno. Nel documento elaborato dalla CEH si parla di una strategia dello Stato mirata a fare terra bruciata di tutte quelle località, in primo luogo i villaggi maya, in cui avrebbe potuto attecchire la guerriglia. È accertata l'esistenza di documenti che comprovano la circostanziata pianificazione di campagne militari volte all’annientamento di intere comunità. Se ne conosco i nomi: Campaña Victoria 1982, Operativo Sofía del 15 luglio '82, Operación Ixil, Civilian Affairs del Plan Firmeza 1983.
Si trattava, secondo il Generale Hector Gramajo membro dello staff di Rios Montt, di un lavoro “completo, pianificato fino all'ultimo dettaglio." Meno di un mese dopo il colpo di Stato di Rios Montt, nell'aprile del 1982, il Plan Victoria fu firmato dalla Giunta e messo ufficialmente in atto dieci giorni più tardi. Il segreto di Stato copre i documenti citati e si sono rivelati vani i tentativi delle organizzazioni per la difesa dei diritti civili, di costringere il governo a rendere pubblico il loro contenuto, classificato al livello più alto di segretezza e per questo inaccessibile per almeno 30 anni rinnovabili.
La Commissione Internazionale contro l’Impunità in Guatemala (CICIG)
Il 12 dicembre 2006 un accordo firmato fra le Nazioni Unite e il governo guatemalteco ha istituito la CICIG, un Ente indipendente il cui scopo è assistere l’Ufficio guatemalteco del procuratore, la polizia nazionale e altre istituzioni coinvolte nella ricerca di casi sensibili o che lavorano allo smantellamento di gruppi illegali di sicurezza. La CICIG ha il diritto di avviare ricerche di propria iniziativa. Le indagini della CICIG hanno condotto all’emissione di 18 mandati di arresto, in particolare per Javier Figueroa e per Erwin Sperisen.
Attualità
Oggi in Guatemala non si è ancora raggiunta una memoria condivisa su quanto successo, soprattutto sui crimini commessi sotto la guida del generale Rios Montt e José Mauricio Rodríguez Sánchez.
Le comunità indigene con le loro testimonianze nei processi pretendono che venga riconosciuto l’avvenuto genocidio nei loro confronti, mentre i poteri pubblici negano che ci sia mai stato un genocidio. Eloquenti in questo senso le condoglianze espresse ai familiari dall’attuale presidente del Guatemala Jimmy Morales per la morte di Rios Montt avvenuta nell’aprile 2018. Neanche i tribunali sono concordi nel giudizio di condanna.
Nel 2013, infatti, Rios Montt fu condannato a 80 anni di carcere. Condanna che, però, non ha mai scontato, in quanto la Corte Costituzionale ha revocato la sentenza che lo riconosceva, tra l’altro, responsabile della morte di almeno 1.771 indigeni di etnia Maya Ixil, durante numerose operazioni militari concentrate nel dipartimento del Quiché, nel nord del Guatemala.
Oggi, per gli stessi delitti, è in corso un nuovo processo nei confronti dell’ex capo dell’intelligence di Rios Montt, José Mauricio Rodríguez Sánchez. Mentre il Centro para la Acción Legal en Derechos Humanos ha promosso un giudizio contro tre dei giudici costituzionali che avevano “salvato” Rios Montt dalla condanna, come segnalato nell’ultimo rapporto dell’Ufficio in Guatemala dell’Alto commissariato ONU per i diritti umani reso pubblico nel febbraio 2018.