È molto discusso il progetto artistico contemporaneo Documenta, che si svolge a Kassel ogni anno facendo da ponte tra la Germania e altri Paesi. Questa 14esima edizione in particolare si è conclusa con accuse di bancarotta, cui il direttore della manifestazione, Adam Szymczyk, ha replicato invocando una più ampia e autentica libertà d'espressione.
L'oggetto del contendere è una mostra che lega Kassel e Atene. Nella piazza della cittadina tedesca dove avvenne uno dei famigerati roghi di libri durante il periodo nazista, l'artista argentina Marta Minujín ha eretto un "partenone dei libri proibiti", dove montati insieme in una struttura che rievoca la meraviglia voluta da Pericle, vi sono 100 mila testi vietati sotto i più vari regimi politici, dai volumi di Mark Twain a quelli del Dalai Lama.
Ci si poteva forse aspettare un nutrito nugolo di detrattori per una mostra che supera la conflittualità economica sorta nell'ultimo decennio tra Atene e Berlino, fattore critico per tutto l'impianto europeo. Ma senz'altro questo Partenone dei libri proibiti è una geniale testimonianza di come l'arte possa contribuire a superare addirittura i rancori del dopo guerra mondiale, illuminando l'aspetto umanistico della cultura, della produzione libraria, dell'architettura e delle dinamiche più sane della polis democratica.
Immagini video dell'installazione
Carolina Figini, redazione Gariwo