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Palmira, oasi nel deserto del fanatismo

a rischio sito Patrimonio dell'Umanità

Alcuni dei resti antichi più significativi del mondo, al crocevia tra le culture greca, romana, persiana e islamica, sono minacciati dagli estremisti dello Stato Islamico. Gli abitanti di Palmira hanno spiegato ai giornalisti del New York Times di trovarsi in uno stato di profonda angoscia. Molti di loro stanno cercando di fuggire dai quartieri a nord, mentre in lontananza si sentono già esplosioni e colpi di artiglieria. Un ragazzo di nome Mohammed ha chiesto ai reporter: "Pregate per noi, pregate per la pace", a riprova del fatto che anche in queste aree martoriate vive gente pacifica e non fondamentalista. 

Il "soprintendente ai beni archeologici" siriano Maamoun Abdulkarim ha detto che i tesori di Palmira, Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO, sono a rischio distruzione, e "se questo avviene sarà una catastrofe globale". Per gli estremisti Palmira rappresenta uno snodo dell'autostrada per Deir es Zor, che intendono bloccare per accaparrarsi le risorse energetiche (in particolare gas) dell'area, in un momento in cui Assad sta perdendo il controllo di numerose aree tra cui il nord, con la città di Idlib.  

Mentre infuria l'implacabile guerra civile che sta devastando la Siria, sui resti di Palmira vigilano persone come Khaled al-Homsi, un attivista anti-governativo che controlla i danni e i furti contro il patrimonio artistico. Secondo lui tutte le parti in causa sarebbero colpevoli di danneggiare il sito archeologico. Homsi (uno pseudonimo scelto per sicurezza) ha dichiarato che i responsabili del museo di Palmira stanno già evacuando le opere, mentre nessun ordine di lasciare la città sarebbe stato impartito alla popolazione.  

Abbiamo visto, nell'indifferenza internazionale, bombardare le chiese armene di Deir Es Zor, distruggere e saccheggiare i resti di Mosul, radere al suolo monumenti e statue. Possiamo almeno intervenire per Palmira, che oltre a essere Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO rappresenta i resti di uno dei più antichi centri urbani, sorto come oasi nel deserto? Possiamo intervenire per salvare questo splendido esempio di arte classica, celebrato anche dai più famosi viaggiatori del 17° e 18° secolo? Che cosa bisogna fare per risvegliare le coscienze davanti alla distruzione della bellezza, quella che, secondo autori come Todorov, "salverà il mondo"?  

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