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Patocka e il rischio della libertà

riflessione di Francesco Tava

Jan Patočka nel 1971

Jan Patočka nel 1971

Martedì  29 aprile 2014 dalle 18.30 al Centro Ceco di Milano il filosofo Francesco Tava presenta il suo nuovo libro, Il rischio della libertà – Etica, fenomenologia, politica in Jan Patočka (Mimesis edizioni) con Laura Boella, Elio Franzini, Amedeo Vigorelli.

Scrivere di filosofia non significa occuparsi di cose o fatti, forti della distanza che si pone tra l’osservatore e l’oggetto d’analisi. Parlare di un’idea, esporne le sfaccettature, comporta l’aprirsi ad essa, correndo un inevitabile rischio di contaminazione. Non è possibile confrontarsi con un’idea senza appropriarsene; di conseguenza, non si può fare filosofia senza spendere parte di se stessi, senza sacrificare un frammento del proprio sé, nel corso di questa faticosa attività.

Questo intimo dispendio, tuttavia, non è sufficiente. Oltre all’aperta partecipazione, serve la forza di mantenere la rotta, reggendo saldamente il timone dei propri pensieri. Solo così si potrà dire solo l’essenziale, concedendosi pause e silenzi di cui un pensiero si nutre. Mantenere questo equilibrio, sempre soggetto a profonde scosse, è l’arduo compito della filosofia. Coltivando queste impressioni, ho concluso la scrittura de Il rischio della libertà: il mio più serrato confronto col la filosofia di Jan Patočka.

Come spesso accade, questo libro è più che mai legato a un luogo e a un tempo. Il luogo è Praga, la città che Patočka ha scelto di non abbandonare mai, segnando così il suo destino intellettuale. Il tempo è quello passato a parlare e discutere con quanti a Praga hanno condiviso con me l’interesse per il pensiero patočkiano, impegnandosi a percorrere per un tratto i miei stessi passi. La scelta di addentrarsi in questo pensiero a partire dall’idea di libertà è maturata nel tempo e risponde alla convinzione che tale concetto abbia la forza di intessere strettamente gli svariati ambiti di indagine esplorati da Patočka: dalla fenomenologia, all’etica, alla filosofia della storia. In un testo sinora mai tradotto dal ceco, risalente agli anni cinquanta, Patočka arriva ad affermare che “… libertà significa rischio, incessante possibilità di errore e necessità di decidere”. Libertà significa durezza delle contraddizioni, necessità di decidere su di esse, quasi ne fossimo sovrani, e indica al contempo l’impossibilità di tale sovranità. Libertà significa allora angoscia di fronte al vuoto (apparente) in cui l’uomo, con la sua posizione marginale, è situato”.

A partire da questa posizione precaria, con cui l’uomo pare collocarsi ai margini di un abisso, può sorgere una nuova forma d’agire e una peculiare idea di libertà. Una libertà che mai potrà dirsi pacificamente acquisita, ma che troverà le sue più coraggiose espressioni lungo il terreno scosceso dell’esistenza, concepita nel pieno della sua problematicià. Le parole di Patočka, scritte in uno dei momenti più drammatici della storia europea, riecheggiano insistentemente nel presente, costringendo a chiedersi che ne sia stato di tale libertà. È il quesito che con questo libro ho voluto suggerire, tentando di segnare un tracciato volto a superare la posizione di Patočka, verso orizzonti di ricerca ancora bisognosi di essere adeguatamente chiariti.
Francesco Tava, traduttore e filosofo

L'invito alla presentazione nel box approfondimenti

28 aprile 2014

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