Mickey Almon, ex campione americano di atletica leggera, inviato a Mosca come telecronista per un "meeting" sportivo USA-URSS, viene contattato da uno scienziato sovietico, che gli consegna preziose informazioni da portare in Occidente, ma si tratta di un falso dissidente: è una trappola, il KGB lo coglie sul fatto, egli viene arrestato, interrogato, umiliato e trattenuto in carcere. Dopo qualche mese, Almon rinuncia al suo proposito di negare, smette di chiedere il sempre negatogli intervento dell'Ambasciata americana e, alla TV di Mosca, ammette la propria "colpa" (di essersi, cioè, recato all'Est come spia), pur di tornarsene a casa. È quello che l'URSS voleva sentir dire da lui e far sapere al resto del mondo. Ma, in luogo di essere accompagnato all'aeroporto, Mickey Almon viene fatto salire su di un treno, con destinazione un gulag dove dovrà passare i dieci anni affibbiatigli dal Tribunale.