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I dannati di Varsavia

di Andrzej Wajda Polonia, 1957

La locandina del film

La locandina del film

Polonia, settembre del 1944. Sono passati quasi due mesi dall'insurrezione della città, la speranza che l'Armata Rossa sfondi il fronte sulla Vistola aveva ridato coraggio alla Resistenza polacca, ora ormai allo strenuo delle forze. La Wehrmacht ha riconquistato quasi tutta la capitale, il battaglione del tenente Zadra (Wienczyslaw Glinski) è uno degli ultimi a resistere, nella periferia della città, ma è ormai ridotto ai minimi termini. Dopo l'ennesima battaglia impari contro la potente e temibile artiglieria tedesca, anche la periferia è ormai perduta, così giunge l'ordine di ripiegare in una zona del centro ancora libera. L'unico passaggio possibile è attraversando il canale fognario; dopo una prima riluttanza, Zadra non può che obbedire all'ordine. La truppa, in cui spicca l'autorevole e determinata figura del sottotenente Jaceb Korab (Tadeusz Janczar), è contraria a dover scappare tra le fognature, preferendo piuttosto un'ultima e disperata battaglia, ma l'ordine è irrevocabile. La lunga e drammatica camminata tra l'oscuro e maleodorante dedalo di canali fognari, è un'odissea che il battaglione vivrà separato e diviso ma che li porterà ad un comune e triste epilogo.

E' l'anno 1957 quando Andrzej Wajda dirige questo intenso dramma bellico che conquisterà pubblico e critica, aggiudicandosi persino il premio della Giuria al Festival di Cannes di quello stesso anno. I dannati di Varsavia è un film semplice ma al tempo stesso estremamente efficace nel raccontarci una pagina triste e drammatica della storia polacca. Il film racconta in modo schietto e diretto, gli ultimissimi giorni della Resistenza che dopo una lunga, eroica e disperata difesa della capitale, dovette cedere all'esercito tedesco e alle SS. In quei terribili 56 giorni perirono quasi 250 mila polacchi e la reazione nazista fu atroce e risolutiva, arrivando infine a radere al suolo tutta Varsavia. Nel film Wajda vuole sottolineare in modi e vie diverse, l'eroismo e l'indomito senso del dovere di uomini e donne che sino all'ultimo non cedettero al nemico, pur sapendo di andare incontro a morte certa. Questo eroismo è trasmesso attraverso personaggi eterogenei e molto ben delineati, come il tenente Zadra che, pur stanco della guerra, tratta i suoi uomini come dei figli e per nulla al mondo li tradirebbe o abbandonerebbe mai. Quindi il vulcanico sottonente Korab che, dopo aver lottato come un leone, accetterà la sua condanna con estrema dignità; oppure come la bellissima Halinka (Teresa Berezowska) che cercherà sino all'ultimo di salvare la vita dell'uomo che ama, ormai ferito ed esausto. Un film che non lesina scene dal forte impatto emotivo e che sa trasmetterci con straordinario realsimo, l'incubo claustrofobico vissuto da questi uomini tra i canali dall'aria irrespirabile delle fognature. Un film che rimarca l'assurdità e l'orrore della guerra, e lo fa sempre attraverso personaggi studiati a dovere e con uno scopo ben preciso; è il caso del musicista compositore Lastly (Vladek Sheybal) cui unico scopo è raggiungere la moglie e la figlia. Completamente estraneo alle logiche di guerra, Lastly finirà per perdere il senno e l'orientamento tra il groviglio di cunicoli.

I dannati di Varsavia si inserisce tra il film d'esordio di Wajda, Generazione (1955), e il film del '58 Cenere e diamanti, a completare un trittico nel quale il regista porta avanti il tema antibellico e di critica alla retorica patriottarda al tempo dominante.

Un film intenso e coinvolgente, ottimamente diretto ed interpretato, che consigliamo di vedere. Non lascerà indifferenti.

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