A Salonicco nel 1943 i certificati di "cittadinanza provvisoria" emessi dal console Guelfo Zamboni hanno salvato centinaia di ebrei greci dalle deportazioni nei campi di sterminio nazisti. Il diplomatico ha inventato relazioni di parentela inesistenti con cittadini italiani che giustificassero i documenti falsi, opponendosi con forza alle pressioni del governo tedesco. In un'intervista Zamboni ha raccontato: "Sapevo bene che i certificati erano falsi. Li rilasciavo coscientemente a persone che non avevano niente a che fare con la cittadinanza italiana. Cosa dovevo fare per salvarli?"
La storia del console, passata quasi inosservata nel nostro Paese, è tornata alla luce ed è stata raccontata nei dettagli all'opinione pubblica grazie a un libro pubblicato dall'Ambasciata d'Italia in Grecia: Ebrei di Salonicco 1943 - I documenti dell'umanità italiana, curato da Alessandra Coppola, Jannis Chrisafis e dall'editorialista del Corriere della Sera Antonio Ferrari.
Dal libro Ferdinando Ceriani, Antonio Ferrari e Gian Paolo Cavarai hanno tratto l'opera teatrale Salonicco '43 sul ruolo di Guelfo Zamboni.