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Perlasca

di Marco Mastragostino e Armando Miron Polacco Becco Giallo, 2020

“Sotto l’oscuro potere di un governo filo-nazista, in una città messa a ferro e fuoco dalla battaglia tra russi e tedeschi, un semplice commerciante di carni fece la cosa giusta e si trasformò in eroe. Ecco la sua storia”.
Matteo Mastragostino, dopo le pagine scritte da Franco Perlasca, figlio di Giorgio, apre questo racconto a fumetti sulla vicenda del Giusto.

Vicenda che si apre con il ritorno di Perlasca in Italia e il racconto del suo stesso salvataggio: prima di iniziare la storia che lo vedrà fingersi funzionario di legazione spagnolo per salvare dalle persecuzioni centinaia di ebrei a Budapest, infatti, Perlasca riuscì a fuggire dai nazisti grazie all’avvertimento di un professore.

Da qui, l’incontro con il Console spagnolo Sanz Briz, l’avvocato Farkas e i perseguitati di fronte alla legazione spagnola: “uomini, donne, vecchi, bambini dai volti pallidi e smunti, gli abiti consumati e lo sguardo, quello sguardo vuoto di chi è consapevole di non aver più un futuro”.
E ancora: Raoul Wallenberg, Adolf Eichmann, il salvataggio di migliaia di ebrei ungheresi, l’arrivo dei soldati sovietici, il ritorno in Italia, la riscoperta della sua storia e il titolo di Giusto tra le Nazioni.

Le tavole di Armando Miron Polacco e i testi di Matteo Mastragostino ci accompagnano attraverso la vita di uno dei Giusti più noti e amati. A parlare non sono solo i personaggi del libro, ma i tratti del volto di un Perlasca sincero e consapevole, dalla risposta pronta, deciso ad aiutare i più deboli anche di fronte alle minacce più esplicite.

Un libro per giovani e non solo, per riflettere sulle gesta di un uomo, ma anche sulla gratitudine che, a lui come ai tanti Giusti dell’umanità, tutti noi dobbiamo.
Dare un nome a un Giusto, ricordare la sua vicenda umana, significa toglierlo dall’anonimato e creare attorno a lui un sentimento di emulazione.

Tutti noi abbiamo la responsabilità di queste storie, della loro narrazione, per ringraziarli per il loro coraggio e riconoscere il loro valore morale; i Giusti diventano così persone vive, vicine, con una normalità che li rende quasi nostri “amici”.

Perché essere un Giusti, come Perlasca, non significa essere un eroe. “Al massimo, un sopravvissuto”.

Martina Landi, Responsabile del coordinamento Gariwo

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