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L'incontro con Lassana Bathily

a Vercelli per l'iniziativa "A scuola di dialogo"

La targa dedicata a Lassana Bathily a Vercelli

La targa dedicata a Lassana Bathily a Vercelli

L’Istituto comprensivo “B. Lanino” di Vercelli ha incontrato Lassana Bathily e Gabriele Nissim per la Giornata mondiale UNESCO della diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo.

“Ho fatto ciò che ho fatto istintivamente, senza pensare a quello che sarebbe potuto succedere e, quando tutto è finito, la prima persona a cui ho pensato è stata mia madre”.

Sono queste le parole che Lassana Bathily, il giovane maliano musulmano che il 9 gennaio 2015 nel supermercato kosher in cui lavorava ha salvato sei clienti ebrei presi in ostaggio da Amedy Coulibaly, ha pronunciato la sera del 20 maggio davanti a numerosi cittadini vercellesi, convenuti presso il Piccolo studio della Basilica di S. Andrea per parlare di multiculturalismo, accoglienza, condivisione di valori.

A organizzare l’evento è stato l’Istituto comprensivo “B. Lanino” di Vercelli che, in occasione della Giornata mondiale UNESCO della diversità culturale, ha voluto fortemente la presenza di questo giovane uomo, simbolo per i musulmani e per tutti coloro che hanno a cuore il dialogo interculturale.

La mattina Lassana ha incontrato i ragazzi e le ragazze della Scuola media “Sandro Pertini” - parte del comprensivo - che gli hanno preparato un’accoglienza speciale con canti, balli, momenti teatrali, artistici e gastronomici. I ragazzi lavorano dall’inizio dell’anno scolastico sul tema dei Giusti ed è stata per loro un’occasione eccezionale poter conoscere e parlare con un Giusto del nostro tempo, un ragazzo poco più grande di loro, a cui il 7 marzo avevano dedicato un albero nel giardino dei Giusti della scuola.

Quando lo abbiamo contattato via Facebook, Lassana non ha esitato un secondo ad accogliere il nostro invito a venire a parlare con i ragazzi e le ragazze della scuola. Il suo obiettivo, infatti - e lo ha dimostrato con una disponibilità, una pazienza e una gentilezza davvero uniche - è quello di parlare con i giovani dei valori fondamentali sui quali costruire il futuro. E a Vercelli lo ha fatto.

Li ha invitati a stare vicino alle loro famiglie, alle amicizie sincere, a dare importanza alla scuola, allo studio, all’impegno e alla serietà. Ha parlato della sua fede come di qualcosa di molto intimo e personale e non si è risparmiato nemmeno con i giovani profughi del Mali, che sono venuti a scuola per conoscerlo e stringergli la mano.

Lassana è venuto a Vercelli accompagnato dal suo “parrain de Republique” Denis Mercier. Il “parrain de Republique” è una figura nata durante la rivoluzione francese e oggi i padrini e le madrine della repubblica hanno un ruolo importante nel sostegno dei giovani “sans papier”. Li aiutano a districarsi nella burocrazia, a ottenere i documenti per vivere regolarmente su suolo francese, e li sostengono anche nella loro crescita di cittadini, con i diritti e i doveri che questo comporta.

Il pomeriggio del 20 maggio la manifestazione ha visto protagonista Gabriele Nissim che, affiancato da Paolo Pomati, responsabile della comunicazione dell’UPO, ha presentato il suo libro “La lettera a Hitler”, proponendo alla città temi importanti, non ultimo il ruolo dell’Europa nella gestione dell’emergenza umanitaria dei profughi, che giungono in cerca di un’accoglienza che purtroppo spesso non trovano.

La sera Gabriele Nissim ha dialogato con Denis Mercier e con Lassana, che ha rievocato con chiarezza ed emozione i fatti del 9 gennaio e ha risposto con umiltà alle domande del pubblico.

È stata una giornata che ha arricchito i ragazzi e le ragazze della scuola così come la città e noi insegnanti, che abbiamo avuto l’onore di vivere due giornate intense, dal punto di vista emotivo e culturale.

Ai ragazzi Lassana ha lasciato il segno del suo coraggio ma nello stesso tempo della sua semplicità e del suo donarsi agli altri con generosità. Trascorrere una giornata con lui ha significato per loro vedere incarnati in una persona reale quei valori sui quali abbiamo lavorato per tutto l’anno.

Hanno toccato con mano l’idea che i Giusti sono persone normali che, in situazioni drammatiche, hanno saputo dare il massimo di se stessi, in base alle proprie possibilità personali, sono stati capaci di vedere nel diverso un altro essere umano, esattamente come loro, fragile e bisognoso di aiuto, e hanno saputo rischiare per tutelare quella vita.

A noi insegnanti Lassana ha lasciato la forza delle sue decisioni. Nel momento in cui il destino lo ha posto di fronte a una scelta, questo giovane, forte e dolce nello stesso tempo, campione di calcio con il sogno di diventare educatore, si è assunto una doppia responsabilità: ha salvato delle vite e si è preso carico del compito di diventare ponte tra culture, tra sensibilità che alcuni vorrebbero lontane, che oggi più che mai hanno bisogno di uomini che sappiano parlare al cuore ed essere di esempio alle nuove generazioni.

30 maggio 2016

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Lassana Bathily a Vercelli

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