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La bellezza della solidarietà reciproca

la donazione alla CRI degli Oromo di Milano

immagine della donazione degli alimenti

immagine della donazione degli alimenti

La comunità degli Oromo di Milano, principale gruppo etnico dell’Etiopia, ha deciso, comunicandolo attraverso il portavoce e presidente Husen Abdussalam, di fare una donazione alla Croce Rossa Italiana. Cinque carrelli pieni di olio, biscotti, pasta, cibo in scatola, e prodotti per l’infanzia e per l’igiene personale che saranno destinati alle famiglie in difficoltà coinvolte nel progetto Filiera della solidarietà. 

Non è solo il virus ad essere molto contagioso ma, fortunatamente, sembra esserlo anche la solidarietà. 

"Noi siamo in debito con l’Italia. L’Italia ci ha salvato. Io sono arrivato su un barcone nel 2005, sono scappato dalla guerra. L’Italia non merita quello che le sta succedendo", queste le parole di Jibril, 37 anni, membro della piccola comunità Etiope degli Oromo di Milano. Una comunità di persone giunte nel nostro Paese con difficoltà, spesso percorrendo le pericolose rotte del mediterraneo - come Jibril -, che vogliono in questo modo esprimere la loro gratitudine. "La Croce Rossa ci ha salvati dal mare e noi adesso vogliamo fare qualcosa per aiutare e per Milano, la città che ha accolto noi e i nostri figli, e che sentiamo nostra", aggiunge il presidente Abdussalam.

L’iniziativa, che segue di pochi giorni la donazione di 600 euro da parte della comunità senegalese di Conegliano (Treviso) alla Protezione civile, aggiunge un altro tassello importante nella formazione del modello di comunità che è doveroso creare, non solo in questo periodo. Queste realtà ci mostrano, attraverso l’esempio, quanto sia necessario cooperare, unirsi e superare le differenze etniche, religiose e politiche.

La speranza è che, quando tutto questo sarà finito, la consapevolezza dell’umanità delle persone rimarrà. Che il dibattito pubblico migliori, discutendo su situazioni di emergenza nel mondo con un altro respiro; memori del fatto che, purtroppo, nessuno è immune da quelle tragedie che spesso vengono ignorate perché percepite come troppo distanti. Nessuno si può salvare da solo. 

Condividiamo un pianeta e un destino comune, e forse lo stiamo imparando: l’augurio è che questo “alieno”, questo nemico invisibile e misterioso chiamato COVID-19 non ce lo faccia più dimenticare.

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