Il libro descrive il conflitto tra Azerbaigian e Armenia per il possesso della regione del Nagorno Karabagh: 30.000 morti e quasi un milione di sfollati tra azeri e armeni. Nell'estate del 1994 si giunge a un armistizio che sembrerebbe reggere tuttora, sebbene costantemente interrotto da singoli episodi di scambio di fuoco. Una pace armata, le forma più stabile di non belligeranza che si fonda sull'esperienza della guerra fredda e che, tuttavia, non può protrarsi all'infinito.
In una terra di conflitto, nella quale non esistono investimenti di tipo economico, né prospettive di ricostruzione, dove risulta quasi impossibile ogni sorta di approvvigionamento, in particolare quello energetico, Pietro Kuciukian si avventura in un diario di viaggio attraverso una delle più belle regioni del Caucaso, e ci racconta, non soltanto la storia di un paese insanguinato al centro degli interessi geopolitici mondiali, ma soprattutto la storia delle sue genti, che continuano a vivere in un conflitto irrisolto e troppo spesso dimenticato dai media.
Giardino di tenebra. Viaggio in Nagorno Karabagh

Pietro Kuciukian
Guerini, Milano, 2003
Libri - Arte e cultura armene
tra identità e memoria
Il popolo armeno nel corso dei secoli si è trovato a vivere, tranne rare
eccezioni, in una realtà di frontiera, geograficamente e politicamente
divisa tra Occidente e Oriente, ostaggio dei conflitti incessanti tra
imperi e popoli (persiani, greci, parti, romani, arabi, bizantini,
turchi ottomani, russi….), su un territorio dai confini talmente
variabili che raramente l’Armenia geografica ha coinciso con la nazione
armena, segnata da continui massacri e deportazioni della sua gente. Di
qui la condizione costante di divisione e diaspora, e la necessità di
coabitare con altre culture senza perdere la propria identità, fondata e
consolidata nella tradizione culturale, letteraria, linguistica,
religiosa e artistica, piuttosto che nell’appartenenza territoriale.
I saggi presenti nella seguente bibliografia, pur non trattando
direttamente il tema del genocidio del popolo armeno, vi sono
intimamente legati per il forte ruolo simbolico che la sua cultura ha
assunto come forma di resistenza al tentativo dei nazionalisti turchi di
cancellarne l’identità, non soltanto attraverso il genocidio ma anche
con la distruzione del suo millenario patrimonio culturale, delle sue
vestigia storiche e artistiche, come le chiese, i monasteri, i cimiteri,
luoghi della memoria divenuti simboli di una identità minacciata.