Il volume parla di un viaggio in Armenia percorso poco tempo dopo il drammatico terremoto del dicembre dell’89. Oltre alle ferite delle case sventrate, delle famiglie e delle vite distrutte vi sono anche le ferite di un paese dai confini minacciati, che deve affrontare il difficile compito della costruzione della propria libertà e della propria indipendenza.
L’autore si trova dunque a porsi tutti gli interrogativi angoscianti di un armeno della diaspora alle prese con l’Armenia reale: una società attraversata da tensioni e contraddizioni, da carenze strutturali e da problemi contingenti, che cerca di risollevare il capo dopo decenni di umiliazioni e sacrifici e si confronta con il tormentato percorso dell’autonomia e dello sviluppo.
Le pietre, quelle dei monasteri, dei katchar e delle rocce impervie dell’altopiano prendono così vita e lanciano grida: la storia infatti non è ancora diventata “passato” ma irrompe nel presente di ognuno di noi urlando tutta la sua drammaticità.
Nel paese delle pietre urlanti

Pietro Kuciukian (foto di Gariwo)
Pietro Kuciukian
Editrice Armena di S. Lazzaro, Venezia, 1991
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Libri - Arte e cultura armene
tra identità e memoria
Il popolo armeno nel corso dei secoli si è trovato a vivere, tranne rare
eccezioni, in una realtà di frontiera, geograficamente e politicamente
divisa tra Occidente e Oriente, ostaggio dei conflitti incessanti tra
imperi e popoli (persiani, greci, parti, romani, arabi, bizantini,
turchi ottomani, russi….), su un territorio dai confini talmente
variabili che raramente l’Armenia geografica ha coinciso con la nazione
armena, segnata da continui massacri e deportazioni della sua gente. Di
qui la condizione costante di divisione e diaspora, e la necessità di
coabitare con altre culture senza perdere la propria identità, fondata e
consolidata nella tradizione culturale, letteraria, linguistica,
religiosa e artistica, piuttosto che nell’appartenenza territoriale.
I saggi presenti nella seguente bibliografia, pur non trattando
direttamente il tema del genocidio del popolo armeno, vi sono
intimamente legati per il forte ruolo simbolico che la sua cultura ha
assunto come forma di resistenza al tentativo dei nazionalisti turchi di
cancellarne l’identità, non soltanto attraverso il genocidio ma anche
con la distruzione del suo millenario patrimonio culturale, delle sue
vestigia storiche e artistiche, come le chiese, i monasteri, i cimiteri,
luoghi della memoria divenuti simboli di una identità minacciata.