Attraverso un viaggio in motocicletta che si snoda dalle sponde del Mar Nero alla Georgia, raggiungendo l’Armenia Sovietica, per poi ritornare in Anatolia, e terminare infine alle pendici del monte Ararat, l’autore dell’opera e la sua compagna (autrice delle istantanee pubblicate nel volume) ripercorrono i luoghi della Cristianità d’oriente, le “terre dimenticate” un tempo abitate dalla comunità armena.
Un viaggio nella memoria alle ricerca delle proprie radici ma soprattutto delle radici della cultura del popolo armeno, che da quei luoghi, in cui aveva vissuto per millenni, è stato deportato e condotto alla morte attraverso un preciso progetto di pulizia etnica, operato da parte del governo ottomano nel corso della Prima guerra mondiale.
Un viaggio per testimoniare come, a distanza di quasi un secolo, questa cultura e quest’identità millenaria non cessino di esistere, riuscendo a superare ogni volontà genocidaria, attraverso il percorso della memoria.
Terre dimenticate

Pietro Kuciukian (foto di Gariwo)
Pietro Kuciukian
Editrice Armena di S. Lazzaro, Venezia, 1991
Libri - Arte e cultura armene
tra identità e memoria
Il popolo armeno nel corso dei secoli si è trovato a vivere, tranne rare
eccezioni, in una realtà di frontiera, geograficamente e politicamente
divisa tra Occidente e Oriente, ostaggio dei conflitti incessanti tra
imperi e popoli (persiani, greci, parti, romani, arabi, bizantini,
turchi ottomani, russi….), su un territorio dai confini talmente
variabili che raramente l’Armenia geografica ha coinciso con la nazione
armena, segnata da continui massacri e deportazioni della sua gente. Di
qui la condizione costante di divisione e diaspora, e la necessità di
coabitare con altre culture senza perdere la propria identità, fondata e
consolidata nella tradizione culturale, letteraria, linguistica,
religiosa e artistica, piuttosto che nell’appartenenza territoriale.
I saggi presenti nella seguente bibliografia, pur non trattando
direttamente il tema del genocidio del popolo armeno, vi sono
intimamente legati per il forte ruolo simbolico che la sua cultura ha
assunto come forma di resistenza al tentativo dei nazionalisti turchi di
cancellarne l’identità, non soltanto attraverso il genocidio ma anche
con la distruzione del suo millenario patrimonio culturale, delle sue
vestigia storiche e artistiche, come le chiese, i monasteri, i cimiteri,
luoghi della memoria divenuti simboli di una identità minacciata.