Il titolo dell’opera deriva dal nome “Big Game” comunemente attribuito alla sfida tra Russia e Gran Bretagna per l’egemonia nell’Asia Centrale, alludendo in modo esplicito all’importanza dello scontro tra grandi potenze nella mutevole geopolitica del Vicino Oriente.
In tal senso, l’autore si propone con questo lavoro di offrire una nuova interpretazione del genocidio del popolo armeno, e del suo ancora non del tutto avvenuto riconoscimento, collocandolo saldamente nel contesto della storia e della geopolitica internazionale.