Risalgono al XVI secolo i canti popolari, composti in dialetto armeno occidentale, la cui protagonista è la gru, simbolo di migrazione ma anche di ritorno al nido.
L’analisi del caso armeno in quanto esperienza diasporica risulta in tal senso paradigmatica, come afferma Ferrari, proprio in virtù della secolare capacità del popolo armeno di elaborare un’identità multidimensionale, ponendosi sempre in una relazione di integrazione differenziata con le diverse realtà sociali con cui è entrata in contatto, attraverso la produzione di virtuose “connessioni” sviluppatesi tra “centro” e “periferie”, nella costruzione di una poliedrica ma al tempo stesso specifica identità nazionale armena.