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Libro bianco sul caso Sinjavskij-Daniel'

di Aleksandr Ghinsburg (Ginzburg) Jaca Book, Milano, 1967-1979 (2 voll.)

Il Libro Bianco sul caso Sinjavskij-Daniėl’ fu scritto e redatto, clandestinamente, dall’intellettuale dissidente Aleksandr Ginzburg negli anni 1965/1966, in concomitanza con le vicende che videro protagonisti gli scrittori Julij Daniėl’ e Andrej Sinjavskij, imputati, processati e condannati ai lager per aver pubblicato all’estero, sotto pseudonimo di Nikolaj Aržak e Abram Terc, alcune opere, considerate per di più in contrasto con la dottrina estetica del realismo socialista e gravemente viziate da propaganda antisovietica. Sotto la presidenza del giudice Smirnov, i due scrittori erano così chiamati a difendersi dall’accusa di aver violato l’art. 70 del Codice Penale dell’RSFSR (agitazione e propaganda anti-sovietiche). In particolare, erano accusati di non aver inserito nei loro romanzi la figura dell’”eroe positivo”, che costituiva un elemento obbligatorio della letteratura sovietica realsocialista. Proprio l’eroe positivo avrebbe dovuto infondere fiducia e ottimismo al lettore-lavoratore, nonché svolgere una funzione pedagogico-illustrativa, vale a dire orientarlo nella società socialista in base a monolitiche visioni del bene e del male.

Stando alla testimonianza di Natalija Gorbanveskaja (raccolta nell’opera Polden’), questo titolo fu attribuito dagli organi del KGB. Alle insistenti domande degli agenti che perquisirono il suo appartamento, il giorno del suo arresto per la partecipazione alla manifestazione di protesta in Piazza Rossa a sostegno della rivolta in Cecoslovacchia nel 1968, Gorbanevskaja rispondeva: “Lui lo ha semplicemente intitolato: raccolta di documenti sul caso Sinjavskij e Danièl (…) Ho già spiegato che non lo ha intitolato lui così, ma il KGB. Andate a chiedere al KGB (…) – Noi non siamo il KGB!” (Gorbanevskaja 1979: 94). Il libro si chiamava infatti, in origine, Delo Sinjavskogo i Daniėlja.

Il libro-documento di Ginzburg si presenta come un’accurata raccolta di documenti, testimonianze, registrazioni di udienze che furono messe in circolo in samizdat grazie alle trascrizioni operate dalle mogli degli imputati, Marija Rozanova e Larisa Bogoraz, e grazie a conoscenti che si impegnarono affinché le vere notizie sul processo si diffondessero. Ginzburg si adoperò fin da subito per raccogliere cospicuo materiale documentario, in modo da ottenere un’ampia panoramica sul caso.

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