Nel suo lavoro Sacharov era già allora convinto di operare per un ideale di pace e progresso: l’equilibrio nucleare come deterrente a un confronto militare globale tra i due blocchi. Ribadirà e svilupperà questi convincimenti nel saggio samizdat del 1968 Progresso, coesistenza e libertà intellettuale, che auspica, oltre all’avvicinamento delle due massime potenze, un deciso ripudio in Patria delle tentazioni neostaliniste.
Quando muore, il 14 dicembre ‘89, Sacharov, già impegnato in un’offensiva parlamentare per l’abolizione dell’art. 6 della Costituzione sovietica sul ruolo-guida del PC, sta anche lavorando senza risparmio ad un progetto di nuova Costituzione. Le sue Memorie escono postume nel 1990.