Lo sfondo della ricostruzione storica di Giacomo Scotti sta nel dramma che furono costretti a vivere - e che portò molti di loro a morte - quanti, nonostante tutto, restarono fedeli a quello che era stato sempre indicato come il partito-guida dell'Unione Sovietica. Storie di comunisti, antifascisti passati dalla guerra civile spagnola, ai campi di concentramento nazisti e finiti nel gulag jugoslavo con l'accusa di essere filosovietici. Si trovarono a dover vivere un'esperienza agghiacciante nei campi. Dopo aver raccolto le prime testimonianze quasi quarant'anni dopo, Giacomo Scotti rende conto con fedeltà e delinea un primo quadro dell'esperienza vissuta dagli Italiani che furono coinvolti nel conflitto attraverso un gran numero di testimonianze, da lui accuratamente raccolte.
Ritorno all'Isola Calva ci consente di immergerci nel dramma di tanti uomini ingiustamente condannati e vilipesi e di seguirne, passo passo, l'irripetibile vicenda personale, ma offre altresì l'opportunità per una considerazione di carattere generale su una delle manifestazioni più inquietanti del nostro tempo, connesse allo sviluppo del totalitarismo ed al disprezzo da esso manifestato per il valore dell'individualità e per il sistema delle garanzie giuridiche.