Dante Corneli, militante antifascista e comunista, costretto dalle persecuzioni fasciste dei primi anni Venti a rifugiarsi in URSS. Nel paese del "socialismo realizzato" Corneli scoprirà con amarezza cosa significa essere "comunisti". Perseguitato e arrestato come "dissidente trotzkista" viene deportato in un gulag. Riconquisterà la libertà 24 anni dopo, nel 1960 quando verrà riabilitato e reinserito nella vita sociale. Nel 1970 decide di rientrare in Italia e raccontare la sua incredibile storia divenendo ben presto il più importante testimone italiano del sistema repressivo stalinista.