Gariwo
https://it.gariwo.net/libri-and-co/libri/shoah-e-nazismo/applausi-a-scena-vuota-12034.html
Gariwo

Applausi a scena vuota

di David Grossman Mondadori, 2014

Il protagonista di Applausi a scena vuota è un comico, Dova’le, giunto alla fine della propria carriera, e il romanzo racconta il suo ultimo spettacolo a Netanya, una cittadina di provincia israeliana, a cui assistono due suoi amici d’infanzia - un giudice in pensione, l’io narrante, e una vicina di casa.

Dova’le, il cui nome in ebraico è il diminutivo di orso, è un comico scorbutico proprio come un orso, irriverente, a tratti perfino cattivo, il tipico artista che per una battuta venderebbe anche la propria madre. E infatti il suo spettacolo inizia nel modo tradizionale, con barzellette razziste sugli arabi, volgarità contro le donne, frecciate contro gli intellettuali di sinistra: il pubblico, piuttosto grossolano e alla ricerca di un divertimento a poco prezzo e di basso livello, lo segue e ride sguaiatamente.

Ma a un certo punto, l’intervento inaspettato e le proteste della vecchia vicina di casa, che l’aveva conosciuto da bambino, quando era dolce, sensibile e caritatevole, toccano nel profondo Dova’le, che cambia registro e comincia a raccontare la propria vita, sconvolgendo drasticamente gli equilibri dello spettacolo: le battute volgari lasciano sempre più spazio al racconto dei primi quattordici anni di vita di un ragazzino piccolo e gracile, facile preda dei bulli, proveniente da una famiglia toccata e condizionata dalla Shoah, che con positività e inventiva era riuscito a superare le difficoltà della vita fino alla morte di uno dei genitori.

Naturalmente gran parte del pubblico protesta, molti lasciano la sala, ma un gruppo di spettatori resta e segue l’artista, assecondandolo nel suo cambio di direzione.

In questa seconda parte il romanzo non solo si fa avvincente e coinvolgente, ma sprigiona tutta l’essenza di Grossman, toccandone i temi sviluppati nelle opere precedenti, la Shoah, le paure infantili, il senso d’identità, l’amore, il senso di colpa e il pentimento.

Applausi a scena vuota insiste infatti sul concetto di senso di colpa (quello di Dova’le, quello del giudice), sulla nostra difficoltà ad affrontare situazioni problematiche, sul pentimento che segue la presa di coscienza dei nostri errori; si potrebbe definire un romanzo sul cambiamento, sulle difficoltà ad affrontare il nuovo e il diverso, sulla paura che ne deriva, sull’attitudine alla rinuncia e alla negazione di ciò che non comprendiamo e ci disturba, ma anche sulla nostra capacità di reazione, di adattamento, di correzione dei nostri errori per migliorare non solo il presente, ma anche il passato stesso, perché “la coscienza e l’anima esigono una manutenzione costante”, ma alla fine la vita prevale sempre sulla morte.

Non perderti le storie dei Giusti e della memoria del Bene

Una volta al mese riceverai una selezione a cura della redazione di Gariwo degli articoli ed iniziative più interessanti. Per iscriverti compila i campi sottostanti e clicca su iscrizione.




Grazie per aver dato la tua adesione!