Un altro libro sul comunismo? No, piuttosto un libro esaustivo e rigoroso sulle biforcazioni più drammatiche, sui momenti più rilevanti, sui personaggi più significativi di un secolo che - nell'esperienza comunista - ha avuto uno dei suoi baricentri più tragici e contraddittori.
Marcello Flores, rivolgendosi soprattutto alle generazioni più giovani, riesce a offrire il quadro d'insieme, l'affresco complessivo, la molteplicità degli aspetti che amalgamandosi compongono quell'arcipelago immenso che è stato il comunismo. Poiché comunismo nel suo tormentato dipanarsi è stato tutto e il contrario di tutto: cospirazione liberitaria e regime di polizia, fede messianica e brutale pratica di potere, utopia generosa e gelida navigazione attraverso i meccanismi più raffinati della repressione. Flores rifugge dalle sistematizzazioni ideoligiche, dagli scenari artificiosi. Ripercorrere invece la segreta filigrana delle tante vite che si pongono sotto le bandiere del comunismo: questo è un libro animato come un affresco e brulicante di vite attivissime e laceranti. Perché fra i comunisti vi furono vittime e carnefici, eroi e vigliacchi, esistenze esemplari pervase dal senso di solidarietà con tutti i diseredati e gente bruciata dall'ossessione della forza e del segreto, votata implacabilmente al dominio e al potere. Cosa li rendeva tutti comunisti? Con la sicura intelligenza che lo ha collocato fra i più acuti storici della sua generazione, Flores affronta la scommessa di trovare risposte semplici a domande difficili e la supera vigorosamente restituendoci, in pagine efficaci e indimenticabili, la traccia complessiva di quello che il comunismo è stato, momento unico e fondamentale di questo Novecento che si sta chiudendo.