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L'altra verità. Diario di una diversa

di Alda Merini Rizzoli, 1997


"L'altra verità. Diario di una diversa"
, è la prima opera in prosa della scrittrice Alda Merini. È un' opera scritta in forma di diario, con delle lettere e qualche verso, che nonostante ciò non perde la dimensione lirica che contraddistingue la poetessa.

In questo diario la scrittrice ripercorre il suo ricovero decennale in ospedale psichiatrico, e con grande lucidità ci porta all'interno di una sorta di inferno di elettroshock e torture. Un luogo dove è viva la difficoltà o meglio l'incapacità di comprendere ed essere compresi, in un'atmosfera surreale. Un labirinto in cui è quasi facile entrare ma difficilissimo uscire. 

Alda Merini offre la sua testimonianza in una riflessione intima e introspettiva dove lo "sperdimento" fa da contraltare alla ricerca della sicurezza di sé e delle proprie emozioni. la scrittrice riflette sui dubbi e gli interrogativi di quel periodo, sulla paura del "fuori" e sull'indifferenza. In un passo del diario confessa "l'altra verità", appunto:

"Il vero inferno è fuori. Qui a contatto con degli altri, che ti giudicano, ti criticano, e non ti amano." 

La paura della vita dopo la detenzione, di restare un'apolide senza alcun diritto di cittadinanza, sospeso tra il mondo dei "malati e quello dei "sani", con lo stigma del manicomio, del folle.

Le sue riflessioni, nonostante l'orrore vissuto, non si lasciano mai andare a una negazione della malattia o a facili condanne ma vogliono essere un inno alla vita, alla Libertà e alla forza dei sentimenti umani:

"ma il giorno che del manicomio ci apersero i cancelli, che potemmo toccarle con le mani quelle rose stupende, che potemmo finalmente inebriarci del loro destino di fiori. Divine, lussureggianti rose. Non avrei potuto scrivere in quel momento nulla che riguardasse i fiori, perché io stessa ero diventata un fiore, io stessa avevo un gambo e una linfa.."

Alda Merini (nata a Milano il 31 marzo 1931) è stata una delle più acclamate ed importanti poetesse Italiane. È vissuta in un’epoca in cui la donna veniva spesso vista e trattata come un mero oggetto, e in cui ancora venivano utilizzati i cosiddetti manicomi per risolvere casi di disturbi mentali. Sedici anni prima dell'approvazione della legge Basaglia del 1978, viene fatta internare dal marito proprio in uno di questi, nell’ospedale Paolo Pini di Milano, dove trascorse dieci lunghi ed angosciosi anni. 

L'altra verità è il suo diario dal manicomio, pubblicato per la prima volta nel 1986. 

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