Gariwo
https://it.gariwo.net/libri-and-co/libri/ex-jugoslavia/la-bambina-con-la-valigia-il-mio-viaggio-tra-i-ricordi-di-esule-al-tempo-delle-foibe-25318.html
Gariwo

La bambina con la valigia. Il mio viaggio tra i ricordi di esule al tempo delle foibe

di Egea Haffner e Gigliola Alvisi Piemme, 2022

Scritto da Egea Haffner e Gigliola Alvisi, scrittrice attenta ai temi storici, il libro raccoglie la preziosa testimonianza di Egea ed è accompagnato da una splendida serie di fotografie dell’archivio di famiglia degli Haffner. Importante per la ricostruzione storica degli eventi è stato l’aiuto del marito della protagonista, Giovanni Tomazzoni.

L’autrice ha trattato con delicatezza e rispetto la storia di Egea Haffner con un intento preciso: far conoscere ai ragazzi il dramma delle foibe attraverso una piccola storia personale. “La mia non è la Storia di tutti i profughi, è solo la mia, diversa da tutte le altre che compongono l’amaro puzzle di quell’esodo” - sentenzia Egea. “Eppure è solo raccontando le singole storie che arriveremo a comprendere la Storia.”

È il 6 luglio 1946: una fotografia in bianco e nero che ritrae una bambina con il vestito delle occasioni importanti, i calzetti con il risvolto e i sandaletti, tra le mani un ombrello e una valigia con la scritta ESULE GIULIANA N.300001. Quella bambina, che non ha ancora compiuto cinque anni, diventa l’emblema dell’esodo giuliano – dalmata. Una fotografia iconica che è entrata nella memoria collettiva.

La bimba si chiama Egea Haffner e sta per lasciare la sua città, Pola, per iniziare un viaggio da esule. Ha perso il padre Kurt nel maggio del 1945, prelevato con la scusa di un controllo a casa da tre uomini dell’OZNA, la polizia politica del maresciallo Tito, e da quel momento scomparso nel nulla - probabilmente gettato nelle foibe. “Mio padre non ebbe la dignità di una tomba, la pietà di un riconoscimento, la certezza giuridica della sua fine. La nostra famiglia fu condannata allo strazio dell’incertezza.”- ricorda Egea nel libro. Come la famiglia Haffner, molte furono le persone che non ebbero diritto alla verità sulla sorte dei loro cari.

Il volume riflette il dramma delle vittime delle foibe, ma è prima di tutto un viaggio nei ricordi di Egea, dove conosciamo la sua “geografia del cuore”: costretta a lasciare la sua città e a diventare esule, prima in Sardegna, poi a Bolzano. Nell’incertezza del suo futuro però la protagonista manterrà sempre vivi i colori e i profumi della sua amata Pola.

Parte centrale della vita di Egea è la zia Ilse, “il centro attorno al quale ruotava la sua esistenza”, la donna che l’ha cresciuta ed educata. Commoventi sono i ricordi di lei, la sua speranza di somigliarle da adulta: “Era il colore dei suoi occhi, un azzurro particolarissimo tendente al viola, che speravo di vedere quando mi guardavo allo specchio.” La storia di Egea è potente perché parla di un tragico evento storico, ma è anche una storia di amore e resilienza: “Sono stata molto amata. L’amore è l’unica eredità che non puoi dissipare e che nessuno può sottrarti.” Queste parole sono fondamentali per comprendere la sua testimonianza: lei è stata amata e fortunata, le è stata risparmiata la vita in un campo profughi. Vicenda che invece accomuna molti esiliati dell’esodo giuliano – dalmata. Un dramma che come viene ricordato nel libro, è orfano di statistiche: non risulta un numero esatto di persone sparite o di quelle gettate nelle foibe, così come non esiste un conteggio ufficiale degli esuli. Gli storici parlano di 250.000 persone. Solo nel 2004 il Presidente della Repubblica Ciampi firmò la legge che istituì il Giorno del Ricordo; per conservare la memoria delle vittime delle foibe, venne scelto il 10 febbraio.

Il libro è stato volutamente pensato per far conoscere ai ragazzi questa pagina di storia e per commemorare le vittime delle foibe. Aver condiviso questa storia è un atto di fiducia e altruismo verso le nuove generazioni, perché possano comprendere il significato della parola “esule”.

“La condizione di esule fa abbassare lo sguardo, smorza la voce, toglie la speranza. Fa sentire straniero e inadeguato.”, racconta la protagonista. Egea ha sofferto molto, ma oggi è una donna fiera e combattiva, che non smette di portare la sua testimonianza ai giovani nei contesti più diversi.

Età di lettura: da 10 anni.

Non perderti le storie dei Giusti e della memoria del Bene

Una volta al mese riceverai una selezione a cura della redazione di Gariwo degli articoli ed iniziative più interessanti. Per iscriverti compila i campi sottostanti e clicca su iscrizione.




Grazie per aver dato la tua adesione!