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The Road to Disappearance

di Angie Debo a history of the Creek Indians, University of Oklahoma Press, 2017

Angie Debo è cresciuta in una comunità di pionieri a Marshall, Oklahoma, dove ha avuto il privilegio di conoscere fin dall'infanzia il folklore degli indiani e le tradizioni dei coloni occidentali. Tra i primi a laurearsi nella sua comunità, ha frequentato l'Università dell'Oklahoma fino al PhD. Ha poi conseguito un Master all'università di Chicago. Negli intervalli fra le sessioni d'esame, a partire dai sedici anni ha insegnato nelle scuole rurali. 

Varie come le morti delle persone sono i trapassi dei popoli. Nel caso degli indiani d'America, ormai la maggior parte degli studiosi ritiene che si sia trattato di un vero e proprio genocidio. Angie Debo, senza cadere in stereotipi e sempre motivando e documentando le sue asserzioni, descrive la vicenda degli indiani Creek da quando la loro cultura era all'acme della potenza fino a una fine che ha avuto cause interne ed esterne, talvolta imprevedibili, ma che in alcuni casi si sarebbero potute prevenire, come mostra nelle 416 pagine che compongono il libro. 

Debo descrive come migliaia di tribù indiane furono interessate dall'arrivo dei coloni europei, soprattutto inglesi e francesi, documentando con grande cura le conseguenze di una vera e propria invasione, che ebbe un immenso impatto culturale più che essere propriamente o solamente un intervento a filo di spada.

A road to disappearance tratta del declino e della scomparsa della Confederazione dei Creek, estinzione compiutasi nel primo decennio del XX secolo. Questa vasta nazione precolombiana, che abitava una vasta zona degli attuali USA corrispondente a Stati come la Georgia, la Sud Carolina e altri, tentò svariate volte di rigenerarsi e organizzare forme di resistenza anche armata agli invasori, ma dovette soccombere anche alle proprie divisioni interne, come Angie Debo mostra alla luce di documentazioni inoppugnabili, lontane dallo stile rivolto forse più alle scuole dell'infanzia dei primi libri che uscirono per divulgare la storia dei nativi, come Sul sentiero di guerra di Charles Hamilton. 

I Creek furono colpiti mortalmente dalla Guerra civile americana in particolare, nella quale ebbero la peggio rispetto ai bianchi: si trovarono invischiati in compromessi impensati, visto che per esempio alcuni accordi con le tribù indiane coinvolgevano i loro membri nella schiavitù dei neri; durante diverse battaglie - che il testo documenta da pagina 142 a pagina 175 con dovizia di particolari - subirono gravi perdite e dovettero spesso fuggire, con al seguito anche donne incinte che spesso perdevano il bambino in seguito a parti di fortuna, per esempio nella neve. 

I coloni sembravano stare alle loro calcagna inesorabilmente per alterarne i tratti fondamentali e a volte eliminarli fisicamente, oltre a privarli delle loro terre con mezzi a volte decisamente truffaldini. 

Più che non una storia dell'imperialismo, quella narrata da Angie Debo è una storia di "fame di terre", un pericolo che sovente porta al genocidio, come storici contemporanei che si sono occupati di temi più noti e "universali" hanno già portato alla luce in opere come ad esempio Terra nera di Timothy Snyder.

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