“Sono io, che resisto - infinite volte- di fronte alle minacce e alle intimidazioni di un mondo nel quale non mi riconosco e che fatico a sentire conforto da esseri umani simili a me.
Sono io, di spalle, con gli gli occhi pieni di lacrime e un viso gonfio di schiaffi che non voglio mostrare a nessuno: sono ferita, umiliata e spaventata, ma non intendo abbassare la testa.
Non mi arrendo.
Non mi arrenderò.
Fino alla fine”.
É così che l’autore descrive il dipinto L'interrogatorio I (1934-38, olio su compensato, Museo Ebraico, Praga) di Friedl Dicker-Brandeis, artista e insegnante d’arte di origini ebraiche.
Questo libro per ragazzi racconta la storia di una grande donna, fatta di coraggio e tenacia.
Friedl Dicker-Brandeis, durante la Seconda Guerra Mondiale, nel pieno delle persecuzioni naziste riuscì, attraverso il linguaggio dell’arte, a far elaborare il trauma della deportazione a centinaia di bambini, rinchiusi insieme a lei a Theresienstadt.
Theresienstadt, il ghetto ebraico, istituito dai nazisti presso la città ceca di Terezìn è noto per essere stato destinato alla funzione di ghetto “modello” di propaganda del regime, anche se, di fatto, servì per ingannare i controlli da parte della Croce Rossa Internazionale sullo stile di vita delle persone internate.
A Terezín c'era tutto: case, strade, musica, teatro. Peccato che non ci fosse la libertà.
Nel ghetto vissero circa 15 mila tra bambini e ragazzi: alla fine della guerra ne erano rimasti in vita 142.
Dal suo arrivo nel campo, fino alla deportazione ad Auschwitz (9 ottobre del 1949), Friedel svolse con i bambini internati una serie di attività pittoriche e organizzò laboratori d’arte.
In circa 2 anni riuscì a raccogliere, nascondendoli in due grosse valige, quasi 5000 disegni, catalogati con nome e data; oggi sono conservati presso il Museo Ebraico di Praga.
Il libro, semplice e scorrevole, è adatto a giovani lettori come inizio di un percorso di approfondimento storico e in preparazione al Giorno della Memoria.
Pregevoli le descrizioni dei disegni dei bambini di Terezín, dai quali emergono chiarissime le condizioni altamente deprivative a cui erano sottoposti, sia dal punto di vista fisico che emotivo.
Il testo è un ottimo strumento didattico trasversale e apre la strada a diversi spunti di dialogo e confronto in classe.
Età di lettura dai 9 anni.