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Il bambino del tram

di Isabella Labate Orecchio acerbo editore, 2022

Chi si occupa di Memoria si interroga spesso sul valore della sua trasmissione nei giovani. Vi è sempre più la consapevolezza che siano indispensabili momenti di riflessione per coinvolgere anche bambine, bambini, ragazze e ragazzi attorno ai temi della Shoah, delle deportazioni, delle discriminazioni e della diversità che hanno segnato quel periodo e che ancora oggi devono essere ricordati, elaborati e discussi per affrontare con maggiore consapevolezza le insidie del presente. Ma come fare tutto questo evitando che nei giovani nasca il desiderio di rifiutare l’intollerabile? Infatti “per un essere umano in formazione, incerto della propria identità e del futuro, è difficile accettare che il mondo che lo attende includa la possibilità di un simile orrore." (Carla Melazzini “Insegnare al principe di Danimarca”).

Le domande che affiorano riguardano il significato del “ fare memoria”, gli strumenti per costruirla, i tempi per affrontare questo tema. Si può parlare anche ai più piccoli di Memoria, di Shoah, di responsabilità di scelta? non si rischia forse di turbarli con immagini e racconti tragici e macabri? E ancora : come aiutarli a guardare al futuro con ottimismo nonostante il racconto di quanto è avvenuto non troppi anni fa? Certamente per favorire questa riflessione condivisa tra generazioni - che permette di far diventare i ricordi mattoncini del nostro oggi, cioè Memoria - è importante scegliere di costruire memoria non solo in un giorno fissato ma anche, e soprattutto, in tutti i giorni dell’anno e di contestualizzare gli eventi ma poi occorrono anche dei materiali adatti. In questo senso da tempo editori illuminati e sensibili propongono volumi in grado di presentare il tema della Shoah e della memoria anche ai più giovani.

Il “Il bambino del tram” di Isabella Labate ( Edizioni Orecchio acerbo) è un prezioso esempio di come si possano narrare tragici eventi della Shoah con correttezza storica ma al contempo con delicatezza e dolcezza. E’ un libro per bambini ma che cattura inevitabilmente anche il mondo degli adulti; esce e viene presentato nell’imminenza della data del 16 ottobre che ricorda la razzia degli Ebrei di Roma ed è la storia vera, di un bambino, Emanuele Di Porto, che è oggi un adulto che continua a testimoniare di quella tiepida alba di autunno . L'alba del sabato 16 ottobre 1943 nel ghetto,ma non solo, di Roma. Il libro, destinato a bambini e ragazzi dagli otto anni in su, è un albo illustrato , scritto e disegnato magistralmente dall’autrice: un capolavoro di parole e immagini che entrano nel più profondo dell'anima suscitando forti emozioni.
Il dramma di un bambino di 11 anni, salvato dalla madre che con un calcio lo butta giù dal camion tedesco, che comincia poi a correre per le vie di Roma e sale trafelato in cerca di aiuto sul tram circolare dove per tre giorni trova riparo grazie al generoso aiuto dei tranvieri, viene proposto attraverso bellissime immagini e parole. Scorrendo le pagine in bianco e nero, delicate e soffuse, noi siamo Emanuele e sentiamo palpabile la sua paura, la sua ansia, la sua confusione. Ma siamo anche i tranvieri, sconosciuti Giusti, che lo proteggono e lo salvano in quel tram, una moderna arca, dove il bambino trova riparo, una coperta per la notte e ciriole di pane divise a metà con i suoi nuovi generosi amici. E’ un libro che racconta una storia di violenza e dolore: dei 1022 ebrei prelevati nelle loro case in quella tragica alba e deportati ad Auschwitz, 207 furono bambini. Alla fine della guerra solo 1 donna e 15 uomini fecero ritorno, nessun bambino. Ma il libro racconta anche una storia di speranza: Emanuele è vivo grazie al suo coraggio, a quello della madre e a quello di uomini sconosciuti che su un tram, nonostante la paura, scelsero il bene. Un esempio di come tutti noi possiamo essere chiamati a dire un si o un no nel momento difficile della vita di un altro essere umano e ad esercitare la nostra personale responsabilità di compiere scelte di giustizia e solidarietà.

Un messaggio attuale ancora oggi perché la Shoah non è solo il nostro passato, ma è anche drammaticamente attuale perché la violenza e i meccanismi d’odio che l’hanno generata rivivono, certo in forme diverse, con i genocidi che vengono perpetrati sotto gli occhi di tutti e con le pericolose forme di razzismo, discriminazione, schiavitù e indifferenza intorno a noi.

Età di lettura da 8 anni.

Antonella Maucioni, Ambasciatrice di Gariwo

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