
Maus è il primo e ormai celebre caso, pubblicato per la prima volta nel 1978, di tentativo di ricorrere all’arma fumetto per trattare la drammaticità di un tema come quello dell’Olocausto.
Come afferma lo stesso Spiegelman, la scelta del fumetto non è casuale, “è un linguaggio popolare che ne incorpora altri, un linguaggio vitale ed espressivo che parla con le mani.”
Maus è un doppio racconto. È la storia di una delle più grandi tragedie dell’umanità, l’Olocausto, vista con la lente deformante di una satira che racconta gli ebrei come topi, i tedeschi nei panni di gatti crudeli e i polacchi come maiali. Ma anche la storia del rapporto tra lo stesso autore e suo padre, sopravvissuto all’Olocausto, un rapporto complesso in cui un ruolo centrale assume proprio la ricostruzione della memoria, ciò che fa di questo volume un capolavoro assoluto e indiscusso nel suo genere.