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I treni dell’accoglienza. Infanzia, povertà e solidarietà nell’Italia del dopoguerra. 1945-1948

di Bruno Maida Einaudi, 2020

Bruno Maida con I treni dell’accoglienza. Infanzia, povertà e solidarietà nell’Italia del dopoguerra. 1945-1948 (Einaudi, 2020) ci guida in un percorso di conoscenza delle condizioni dell’infanzia negli anni immediatamente seguenti la Seconda guerra mondiale, in un’Italia pesantemente segnata dalle macerie, dalla mancanza di cibo, dalle malattie.
Dopo aver analizzato le conseguenze, per milioni di bambini, dei conflitti e delle persecuzioni del XXI secolo (L’infanzia nelle guerre del Novecento, Einaudi, 2017; La Shoah dei bambini, Einaudi, 2019) Bruno Maida in questo nuovo lavoro di ricerca analizza il periodo 1945-1948 e ricrea con rigore scientifico il contesto sociale ed economico nel quale si inserisce una specifica iniziativa: l’accoglienza, in zone d’Italia nelle quali la vita aveva ripreso una relativa normalità, di decine di migliaia di bambini appartenenti alle città maggiormente colpite dai bombardamenti e ai territori più segnati dagli scontri tra gli eserciti. L’Emilia-Romagna prevalentemente, ma anche la Toscana, il Piemonte, il Veneto, accolgono per lunghi periodi bambini provenienti da Milano, Torino, Napoli, Cassino. 

Le descrizioni dell’abbandono in cui viveva l’infanzia italiana – così come più in generale quella europea – richiamano alla mente i reportages dai fronti di guerra contemporanei, sottolineando l’urgenza ancora attuale di una protezione umanitaria per bambini e bambine. La gravità della situazione del dopoguerra porta le donne dell’UDI ed il PCI a cercare una risposta immediata ai bisogni primari dell’infanzia. Accanto ai bambini e alle loro famiglie, protagoniste della vicenda dei treni dell’accoglienza sono proprio le donne che, attraverso un ambito d’azione spesso considerato privato come quello della cura dei bambini, assumono un ruolo pubblico e politico, realizzando un progetto coraggioso e capace di agire nella realtà del Paese. Le socie dell’UDI danno vita ad una rete di collaborazioni coinvolgendo il CIF, la Croce Rossa, i comuni e altri entri e istituzioni. La solidarietà è lo strumento d’azione scelto per intervenire nello spazio collettivo, è una militanza messa in atto da un mondo femminile ideologicamente diverso ma che condivide un obiettivo comune.

I treni, sui quali i bambini viaggiano, sono i mezzi di trasporto che rendono nuovamente possibili i collegamenti e diventano il simbolo di un’Italia che si ri-unisce dopo le lacerazioni della guerra. Si moltiplicano le disponibilità di città, paesi, famiglie ad accogliere e aumenta costantemente il numero di bambini in partenza, dando vita a un patto tra chi, letteralmente, apre la porta di casa superando le proprie paure e chi affida a sconosciuti i propri figli oltrepassando timori e diffidenza. La necessità e la solidarietà sono sorrette dalla fiducia reciproca, che consolida il legame tra italiani – tra Nord e Sud, città e campagne – e diviene uno degli elementi fondamentali per la ricostruzione politica e sociale del Paese.

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