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Igor Trocchia. Un calcio al razzismo

di Igor De Amicis, Paola Luciani Einaudi Ragazzi, 2021

Su queste pagine di Igor Trocchia e del suo “calcio al razzismo” ci siamo occupati ampiamente: abbiamo intervistato il mister onorato dal Presidente Mattarella e abbiamo cercato di capire con lui quali fossero i germi che scatenano bullismo e prevaricazione tra gli sportivi più giovani. Abbiamo quindi incluso la sua storia tra quelle del nostro ebook i “Giusti dello sport” e abbiamo ospitato nella nostra sezione didattica una sua video-lezione su come vincere razzismo e bullismo nello sport e creare spirito di gruppo in una squadra di calcio. 

Anche per questo abbiamo accolto con molto piacere l’uscita in libreria di Igor Trocchia. Un calcio al razzismo, scritto da Igor De Amicis e Paola Luciani per Einaudi Ragazzi all’interno della pregevolissima collana “Semplicemente eroi”, che con un taglio romanzato e una grafica innovativa racconta le storie di molti dei Giusti onorati nei Giardini: Oskar Schindler, Franco Basaglia e Chico Mendes solo per citarne alcuni.

De Amicis e Luciani cambiano i nomi dei protagonisti ma non la storia: in un torneo calcistico giovanile, con dedizione e intenso lavoro di gruppo la squadra allenata da Trocchia raggiunge la finale, nonostante un esordio da dimenticare.

Durante la “partita della vita”, la finale, la palla arriva ad Afif, uno degli attaccanti più forti del team di mister Trocchia. A quel punto “una voce sussurrata all’orecchio, velenosa e cattiva, gli fece contorcere lo stomaco e gli diede una ditta la petto”. La voce che rompe la magia del momento emette una frase che non ha bisogno di spiegazioni: “Tornatene a casa, negro di merda”.

Non sveliamo la reazione del resto della squadra e del mister all’aggressione razzista, anche se ormai è di dominio pubblico. Del resto il cuore del libro non è il gesto eclatante che ha portato Sergio Mattarella a insignire Trocchia dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica.

Al contrario, il nocciolo sta nel percorso che ha condotto a quel momento. Sta nel capire il disagio del piccolo Igor che dodicenne si trasferisce dal quartiere Ponticelli di Napoli a Bergamo, dove non ha amici e dove sui muri trova scritto, in vernice nera, “terroni di merda”. Sta nel comprendere che le discriminazioni di oggi sono figlie di quelle di ieri e che il circolo del razzismo e del bullismo si rompe solo con un lavoro di educazione al rispetto reciproco. Un lavoro che a volte può essere facilitato da gesti forti e da persone coraggiose, non importa se piccole o grandi, che non si piegano al “è sempre stato così”.

Joshua Evangelista, Responsabile comunicazione Gariwo

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