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A Praga nasce il Memoriale del Silenzio

di Andreas Pieralli

È di pochi giorni prima di Natale la decisione del governo ceco di accogliere la proposta del ministero della Cultura di fondare una nuova organizzazione dedicata alla memoria dell'Olocausto, chiamata il Memoriale del Silenzio (questo il sito web) che avrà sede nella vecchia stazione praghese di Bubny. Quella di Bubny, infatti, era la stazione ferroviaria da cui partivano tutti i trasporti diretti da Praga verso i ghetti di Terezín e Łódź. Si stima che tra il 1941 e il 1945 fino a 50.000 cittadini ebrei praghesi siano passati da questa stazione.

L'intera area ferroviaria si trova oggi in evidente stato di abbandono e l'unica cosa che ricorda il tragico passato della vecchia stazione è un binario proteso verso il cielo, opera dell'artista Aleš Veselý. L'installazione rimanda alla Scala di Giacobbe, ovvero all'episodio nel libro della Genesi in cui Giacobbe sogna una scala, percorsa da vari angeli, che sale su fino al cielo e in cima alla quale si trova Dio. Dell'inaugurazione della Porta senza ritorno, questo il suo nome, scrivemmo cinque anni fa su Gariwo.

Il Memoriale va a sanare una grave lacuna della capitale ceca dato che "a nemmeno 75 anni dalla guerra Praga non dispone di un memoriale attivo sulle storie della Shoa. Non ha un centro dove fare della didattica sulla memoria dell'Olocausto, dove creare interessanti programmi espositivi e formativi come quelli che offrono oggi i memoriali moderni di tutto il mondo," come ricorda il ministro della Cultura ceco Lubomír Zaorálek. Ecco, quindi, che il progetto prevede, al di là del recupero della stazione stessa, la creazione di una sala conferenza polivalente per 120 visitatori, spazi per la didattica ma anche per la ricerca, un luogo dedicato alla commemorazione delle vittime oltreché a zone verdi e di ristoro.

Sebbene spesso questo tipo di organizzazioni pubbliche di emanazione politica non abbia la dinamicità e la libertà di azione tipiche del settore noprofit non governativo, d'altra parte la fondazione stessa del Memoriale è un segnale importante dello spostamento, lento ma sicuro, della società, e di riflesso dunque delle sue istituzioni pubbliche, verso una maggiore sensibilità al tema della memoria e della sua difesa.

Probabilmente è lecito aspettarsi che, così come capitato all'USTR, ovvero il tanto discusso Istituto di studi sui regimi totalitari, anche il Memoriale possa diventare bersaglio di scontri politici, attacchi revisionistici nonché disinformatori e complottisti vari, per non parlare dei potenziali rigurgiti antisemiti da non sottovalutare mai. Tutto questo anche e soprattutto in virtù del fatto che le attività del Memoriale non si rivolgeranno solamente al passato poiché tra i suoi compiti ci sarà anche quello di informare e lottare contro la "xenofobia, l'antisemitismo e le altre manifestazioni di estremismo nella società di oggi", come scritto nel comunicato stampa del ministero della Cultura.

Tuttavia, si spera, il fatto stesso che l'iniziativa arrivi dai piani più alti della politica potrebbe essere forse un indicatore positivo di come la società ceca, nel suo complesso, sia più aperta e disponibile a fare i conti con le pagine più oscure del proprio passato.

Andreas Pieralli, giornalista e traduttore

19 gennaio 2021

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