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"Anche gli ebrei inglesi erano vittime designate"

Intervista ad Agnes Grunwald-Spier

La Gran Bretagna non ha avuto la Shoah sul suo territorio, ma ha sofferto la guerra e combattuto contro Hitler. Per questo Paese abbiamo intervistato Agnes Grunwald-Spier, sopravvissuta all'Olocausto e membro dell'Holocaust Memorial Day Trust inglese dal 2002 al 2005. La signora Grunwald-Spier ora collabora sempre attivamente con l'HMDT, è membro del Comitato Scientifico di Gariwo ed è autrice di due libri sull'Olocausto: The Other Schindlers, sui Giusti, e Who Betrayed the Jews?, sul triste fenomeno della delazione, che uscirà a settembre 2014.  


Chi organizza la Giornata della Memoria in Gran Bretagna? Ci racconta dell’Holocaust Memorial Day Trust con cui collabora e delle sue attività? 

Holocaust Memorial Day Trust (HMDT) è la onlus che promuove e sostiene il Giorno della Memoria in Inghilterra. Questa giornata viene celebrata nel Regno Unito a partire dal 2001, con un evento su scala nazionale a Londra e oltre 2000 attività locali che hanno luogo il 27 gennaio o nei giorni vicini. Il Regno Unito ha svolto un ruolo fondamentale nell’istituzione di questa giornata come Giorno internazionale di commemorazione nel 2000, quando 46 governi firmarono la Dichiarazione di Stoccolma. Il Governo inglese ha organizzato la Giornata dal 2001 al 2005, attraverso il suo Home Office. A maggio 2005 HMDT è diventato ufficialmente una onlus registrata (la numero 1109348) e il Segretario agli Affari Interni di allora David Blunkett nominò i Membri fiduciari (Trustee) per la prima volta. Dal 2007 siamo finanziati dal Dipartimento per le comunità e l’amministrazione locale.
A oggi abbiamo assistito a una grande crescita delle attività di commemorazione per il 27 gennaio: più di 2000 nella Giornata della Memoria 2013. Abbiamo lavorato in collaborazione con molte organizzazioni per assicurare la condivisione delle biografie dei sopravvissuti tra centinaia di migliaia di persone. Nel 2006 c’erano state solo 266 iniziative locali. Il loro numero cresce ogni anno. 
La valutazione esterna che abbiamo commissionato indica che almeno 70.000 persone hanno partecipato a un’attività del Giorno della Memoria e quasi 90.000 sono stati coinvolti in questa Giornata attraverso Internet. Nella primavera 2013, per la prima volta abbiamo prodotto Holocaust Memorial Day in the UK: 2013 and Beyond, un booklet che forniva dati dettagliati sull’impatto della Giornata sugli individui e le comunità nel Regno Unito. Il booklet ha elencato le attività svolte a livello locale nel 2013 e ha individuato il tema della Giornata per il 2014: i viaggi, esperienza comune a tutte le vittime della Shoah. Abbiamo predisposto uno speciale film su questo tema. Il documentario illustra una serie di viaggi, come quello di Daniel Bet che ha corso in bicicletta 9000 km dall’India all’Inghilterra, di Leah Romain, che è andata a Grenada a ritrovare la sua famiglia per la prima volta, e di James Tombling, che ha viaggiato per costruire una scuola in Kenya. Questi viaggi vengono contrapporti a quelli che coinvolsero forzatamente le persone nella Shoah e nei successivi genocidi: viaggi di persecuzione, di fuga, viaggi per mettersi in salvo o per ritrovare famiglia e amici. In particolare il film presenta i viaggi di Lily Ebert, sopravvissuta al lager nazista insieme a un ciondolo che le aveva regalato sua madre; Var Ashe Houston, che fu costretta a lasciare la prorpria casa durante il genocidio in Cambogia; e Apollinaire Kageruka, sfuggito al genocidio in Ruanda. Abbiamo lanciato questo film a gennaio 2014 nei cinema della catena Picture House, e io l’ho presentato personalmente alla proiezione di Greenwich. 
HMDT è governata da un Consiglio fiduciario , composto da diversi individui e organizazioni. I nostri Trustee stabiliscono la vision strategica e sono responsabili per la conduzione della nostra onlus. 
 
Abbiamo uno speciale programma Youth Champion diretto ai giovani tra i 13 e i 24 anni interessati a fare la differenza organizzando un’attività per la Giornata della Memoria nel loro gruppo giovanile, nella loro comunità o nella loro scuola. Dopo aver partecipato ai workshop per la gioventù, un “giovane campione”  può diventare un organizzatore di eventi per la Giornata della memoria, sensibilizzando le persone su questa Giornata e coinvolgendo in un’attività la gente del suo gruppo, comunità o scuola. Inoltre può rappresentare e fare da testimonial del HMD. 
Abbiamo anche campioni regionali e gestiamo un programma anche a livello regionale e nazionale, con i nostri Support Worker che ci rappresentano su tutto il territorio britannico. 

Secondo lei si potrebbe fare di più, o di meno, per commemorare la Shoah? 

Ci vuole tempo per costruire la Memoria. Ora gli eventi si svolgono in tutto il Paese e trovano un buon sostegno. Ogni anno aumentano di numero e i nostri workshop aiutano le persone a organizzarli. Abbiamo bisogno di una migliore copertura mediatica e di più partecipazione dei leader, come il premier e la Famiglia Reale. HMD non riceve la stessa attenzione mediatica dell’Annual Remembrance Service di novembre, perché è relativamente nuovo e le persone in Inghilterra sono state coinvolte in maggior numero nelle due guerre dove spesso hanno avuto delle vittime.
 L’Inghilterra non ha avuto l’Olocausto sul suo territorio. Perché è importante ricordare la Shoah anche qui? I britannici percepiscono l’importanza della Memoria? Le persone partecipano alle commemorazioni? 

L’Inghilterra ha molti sopravvissuti dell’Olocausto ancora in vita, e ha difeso l’Europa dai nazisti. Gli ebrei inglesi erano stati elencati alla Conferenza di Wannsee tra i popoli da sterminare e sarebbero andati incontro alla stessa sorte dei correligionari nell’Europa occupata se la Gran Bretagna avesse perso la guerra. È importante che le persone capiscano i pericoli del pregiudizio e dell’odio razziale, particolarmente adesso, con l’aumento dei voti a destra e del numero di persone che negano l’Olocausto. 

Pensa che sia giusto, o corretto, ricordare l’Olocausto accanto agli altri genocidi? Secondo lei è possibile parlare dei Giusti mentre si commemorano 6 milioni di vittime innocenti? 

Io penso che gli altri genocidi mostrino l’universalità dell’odio e i tragici effetti del pregiudizio. L’Olocausto rimane il nostro focus principale. I salvatori sono solo una piccola parte della popolazione dell’Europa occupata, circa 24.000 persone sono state riconosciute tali da Yad Vashem. Ma esse mostrano quello che le persone che pensano con la propria testa possono raggiungere ignorando la propaganda che dice loro di fare ciò che essi sanno essere sbagliato. Questa è una lezione molto importante da insegnare ai giovani.

C’è qualche figura di Giusto inglese che vorrebbe far conoscere ai nostri lettori? 

Potreste considerare Bertha Bracey, di cui ho parlato nel mio libro The Other Schindlers. Era una quacchera organizzatrice dei Kindertransport, i treni che portarono in salvo oltre 600 bambini dalla Repubblica Ceca fino in Inghilterra. Oppure Frank Foley, un diplomatico britannico a Berlino che salvò migliaia di ebrei tedeschi eludendo le norme sui loro documenti. Intevistò anche Rudolf Hess quando andò in Inghilterra nel 1941. C’erano anche dieci prigionieri di guerra inglesi in un lager polacco, che quando si imbatterono in una ragazza ebrea nel campo di Stutthof che era stata costretta a marciare, era in uno stato terribile, loro la nascosero in una stalla e la curarono portandole cibo e medicine e pulendo i suoi capelli dai pidiocchi. Le sue condizioni migliorarono, lei sopravvisse alla guerra e andò in America.


Lei ha un lungo curriculum di studi e lavoro su materie inerenti l’Olocausto e i suoi libri ne sono la prova. Che cosa pensa che conti di più, l’esperienza o lo studio, quando si tratta di trasmettere le “lezioni” dell’Olocausto ai giovani o ai cittadini in generale? 

Ovviamente l’esperienza diretta è meglio, ma data l’età dei sopravvissuti essi non saranno qui per sempre, purtroppo. Le loro storie dovrebbero essere riprese e filmate in modo da renderle disponibili alle generazioni future. Dopo tutto un’immagine vale più di mille parole, come ci ha dimostrato anche tutta l’attenzione che c’è in Inghilterra per l’anniversario della Prima Guerra Mondiale. 

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