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La disgregazione dell'Europa

di Roger Cohen

Il 24 febbraio 2017, poco prima del discorso di Juncker sui cinque scenari che si aprono per l'Unione Europea e i suoi cittadini dopo la Brexit, la grande penna del New York Times Roger Cohen ha scritto un pezzo illuminante, sulla catena di violenze verbali - come il bollare di "nemico del popolo" gli avversari, e momenti di crisi - il referendum sulla Brexit in Inghilterra e l'elezione di Donald Trump in America - che, uniti alle spinte populiste presenti in tutta Europa, potrebbero portare la comunità politica del Vecchio Continente a disgregarsi. Di seguito ne presentiamo la traduzione integrale. 

Qualcosa bolle in pentola. Il mondo non è più come prima. Onde scure lambiscono le pendici della Montagna Magica. Questa preoccupazione è avvertita in tutta Europa. I vecchi concetti sembrano obsoleti. C’è una forte apprensione nell'aria.

Uniamo un po' di puntini. Lo scorso novembre, il giornale Daily Mail della Gran Bretagna usciva con uno strillo in prima pagina: “Nemici del popolo!”. Nel mirino c'erano il procuratore capo britannico e due altri giudici che avevano stabilito che il formale processo di uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea – il cosiddetto articolo 50 – non sarebbe potuto essere innescato senza un voto parlamentare. Questo era troppo per i lupi ululanti della Brexit che scrivono sul Mail. Ora uniamo a gran velocità il puntino che c'è subito dopo, vale a dire il Presidente Trump che usava la stessa frase - “nemico del popolo americano” - per i media, dopo essersela già presa con il potere giudiziario, chiamando “il cosiddetto giudice” l'uomo che aveva fermato il suo travel ban contro sette Paesi a maggioranza musulmana, causa di tante polemiche.

Trump guida un movimento che ha bisogno di essere nutrito, ha fame. I suoi nemici includono Hollywood e la stampa (con poche eccezioni). È un movimento che per crescere esige più energia, destabilizzazione e rabbia.

“Nemico del popolo” è una frase con un pedigree totalitario quasi perfetto, impiegata con diverse varianti più o meno sofisticate dai nazisti, da Stalin e da Mao. Per Goebbels, che lo scriveva nel 1941, ogni ebreo era “un nemico giurato del popolo tedesco”. Qui “il popolo” è una massa che è stata aizzata con un po’ di concetti mitizzati che si riferiscono all’essenza del nazionalismo o alla bontà di un leader carismatico Il nemico sono tutti gli altri. La cittadinanza, con i suoi diritti e responsabilità condivisi, ha cessato di esistere.

Le democrazie liberali occidentali dipendono da diverse istituzioni per mediare tra le differenze e fornire i freni e i contrappesi propri del governo legale. Esse comprendono una stampa libera, un giudiziario indipendente, partiti politici e il Parlamento o Congresso. Tutti questi sono sotto attacco da parte dei nazionalisti populisti e xenofobi che stanno cercando, su tutte e due le rive dell’Atlantico, di sostituire la democrazia rappresentativa con qualcos’altro.

Che cosa questo “qualcos’altro” del ventunesimo secolo possa essere non è completamente chiaro, ma implica una connessione diretta tramite social media tra il leader e il popolo, che bypassa i partiti tradizionali e la stampa, e bolla tutti i critici come nemici del movimento. La democrazia rappresentativa allora tende a cedere il passo a un sistema guidato da plebisciti, referendum, intimidazioni e menzogne – tutto ciò che ha prodotto le vittorie della Brexit e di Trump.

C’è un movimento nella mente delle persone. Queste fasi si verificano periodicamente nella storia e sono potenti.

Un attacco metodico alle istituzioni delle democrazie occidentali ha un obiettivo immediate: la loro sostituzione con le autocrazie “soft” di cui il Presidente russo Vladimir Putin è l’esponente supremo. La linfa vitale delle autocrazie è la glorificazione del passato mitico e la designazione di nemici che ostacolano la grandezza.

“Il nazionalismo è la guerra,” osservava François Mitterrand, il vecchio presidente francese. È il punto finale dello sfruttamento della paura praticato dai nazionalisti che si elevano al di sopra della mischia della democrazia rappresentativa. Nigel Farage, il clownesco leader della campagna per la Brexit, è l’alleato naturale di Trump.

La tecnologia ha permesso molte cose, tra cui l’apoteosi della stupidità.

In Europa, si sta già preparando il prossimo atto. Il Partito della libertà o PVV di Geert Wilders, il rabbioso politico olandese anti-immigrati, potrebbe emergere come forza politica più grande del Paese nelle elezioni del prossimo mese, anche si dimostra incapace di formare un coalizione di governo. Il PVV è un’organizzazione politica molto fragile e inconsistente, ma Wilders –come Trump – ha un account Twitter molto efficace simboleggiato dalla scritta “STOP ISLAM”. Odia gli immigrati marocchini – che ha definito “feccia” - e l’Unione Europea.

Poi, in aprile, la Francia voterà per il suo prossimo Presidente, con la paladina dell’estrema destra Marine Le Pen come serio contendente. Le Pen è una diretta discendente del nazionalismo francese xenofobo che ha prodotto l’Affaire Dreyfus alla fine del 19° secolo, il governo di Vichy che assassinava gli ebrei nella seconda guerra mondiale e il suo proprio Front National in tempi più recenti. Ha un po’ moderato il suo messaggio, ma quella è la sua linea ereditaria. Nessuno dovrebbe metterlo in dubbio. Se lei vince, l’Unione Europea potrebbe disgregarsi, uno sviluppo che Trump sembra vedere con favore. La pace e la stabilità europee seguirebbero a breve.

Unite i puntini. Per la folla di sostenitori della Brexit, i nemici erano gli immigrati, la Germania, i turchi e i burocrati. Per Trump erano i musulmani e i messicani. Il passato mitico ha trovato espressione nello slogan britannico “I want my country back” e oltreoceano con “make America great again". In entrambi i Paesi, menzogne plateali hanno galvanizzato le persone durante le campagne.

Questi metodi hanno funzionato. Hanno funzionato per via della crescente precarietà, della disuguaglianza, dell’impunità, dell’alienazione, del tribalismo, dell’impotenza, del bombardamento di notizie e della cacofonia- tutti fallimenti delle democrazie e sconvolgimenti portati dalla destabilizzazione digitale.

Ma la lezione è che le democrazie devono adattarsi, non che devono essere spazzate via. Ci sono movimenti ascendenti che vogliono sostituire la democrazia. Usano frasi come “nemico del popolo americano”.

Emile Zola, lo scrittore francese, si confrontò con i fanatici e i bugiardi della sua epoca e scrisse: “Quando la verità è sepolta sotto terra, cresce, preme, accumula una tale forza esplosiva che un giorno irrompe all’esterno, e fa saltare tutto con sé”.

“Connettete e basta,” scrisse E.M. Forster, il romanziere britannico. Connettetevi e basta. Confrontatevi e basta.

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