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“Marine Le Pen, una nazionalista purtroppo non isolata”

intervista a Patrick Cabanel

Intervista a Patrick Cabanel, professore di Storia contemporanea all’Università di Tolosa e autore del libro “Histoire des Justes de France”


Marine Le Pen ha definito l’UE “Unione Sovietica europea”. Che cosa significa e che visione ha MLP dell’Europa? 

È una visione tradizionalmente nazionalista, banale, per cui l’Europa dev’essere sottomessa agli interessi nazionali della Francia. La novità casomai è che nella sua visione dell’Europa c’è qualcosa di “socializzante”. Non è puro nazionalismo, ma c’è anche una dimensione che potrebbe essere parte di un discorso critico dell’Europa da sinistra. È un punto di vista che rappresenta una sorta di alleanza tra estrema destra ed estrema sinistra. Storicamente rispetto al Novecento c’è una tendenza socializzante, operaista, l’interesse degli “oppressi” della Francia contro il capitalismo internazionale, contro la globalizzazione, contro un’Europa giudicata un nemico. 

Qualcosa in comune con il fascismo? 

Storicamente sì, ma oggi non si parla di fascismo nel campo politico. È una visione banale, uno storico parlerebbe più volentieri in questi anni ’10 di una “contaminazione” tra estrema destra ed estrema sinistra. 

Che differenze ci sono tra Marine Le Pen e suo padre, soprattutto in tema di razzismo e di xenofobia? 

Marine Le Pen ha deciso di cambiare l’immagine del Fronte Nazionale, un po’ lo stesso lavoro dei neofascisti italiani, pensiamo noi in Francia. Lei ha voluto cambiare l’immagine del partito razzista e antisemita di suo padre. Il Fronte Nazionale di Jean Marie Le Pen era un partito politico tradizionale: razzista, antisemita, cattolico... La grande differenza con Marine è che lei ha introdotto degli elementi di sinistra. In Francia il sistema politico è solidamente bipartitico, diviso nettamente tra destra e sinistra, ma lei ha come creato una terza forza. 

MLP ha avuto anche un processo per razzismo e xenofobia. È ancora sul banco degli accusati? 

Il substrato del FN è ancora quello che sosteneva Jean Marie Le Pen, ma Marine fa qualcosa di diverso. Per esempio dichiara di voler difendere la patria francese dall’islamismo e dal terrorismo, e in questo senso bisogna leggere anche il suo apprezzamento nei confronti di Putin, un leader nazionale forte che combatte gli islamisti e i terroristi. 

Marine Le Pen ha anche dichiarato che se vince si alleerà con Putin. Vuole governare, quindi, e non soltanto capeggiare un movimento di protesta? 

Questa è una bella domanda. Lei vuole fare del FN sicuramente un gran partito politico. Per questo ha puntato su Parigi. Vuole guidare un terzo o secondo partito su scala nazionale e ci sta riuscendo. In questo senso mira a essere un partito di governo. 

Ci vuole spiegare meglio la questione dell’alleanza con la Russia di Putin? Se MLP vincesse la Francia potrebbe allearsi con Mosca? Questa sarebbe una scelta di destra, di sinistra, nazionalista o che cosa? 

Non solo Marine Le Pen, ma c’è tutto un mondo anche di sinistra che nutre dell’ammirazione per Putin. Pensiamo a Jean Luc Mélenchon dell’estrema sinistra francese, molto ostile ai trattati europei. MLP non è isolata. Ci sono molti leader europei che condividono questo nazionalismo un po’ “muscolare”. La Russia di Putin è uno Stato molto forte, schierato molto fortemente contro l’islamismo e il FN di Marine Le Pen rispetto a quando era guidato da suo padre tiene molto alla laicità della Francia. Non è antimusulmana, ma è anti-islamista. 

L’ultima questione. Mi confronterò con un gigante. De Gaulle era fortemente contrario agli studenti e ai comunisti ma era un combattente per la libertà, un generale, un partigiano. In che senso può Marine Le Pen affermare di essere una portavoce del gollismo? 

Nel senso che oggi in Francia De Gaulle è il padre della nazione. Il padre della V Repubblica. Quindi tutti, all’estrema destra e in un certo modo anche a sinistra, dichiarano di rappresentare l’eredità gollista. Perciò quest’affermazione di Marine Le Pen non ha un significato particolare intrinseco a lei o al FN, ma è piuttosto un’affermazione tipica di quasi tutte le forze politiche francesi. 

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