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Ebrei, una storia italiana. I primi mille anni

in mostra a Ferrara fino a settembre

Giovedì 5 luglio, ore 18.00
Ebrei, cristiani e Chiesa
Gallery Talk. Alla scoperta del percorso espositivo del MEIS
Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah, Via Piangipane, 81 - Ferrara
ingresso gratuito

A partire dalla mostra Ebrei, una storia italiana. I primi mille anni, incontro con la curatrice Anna Foa (storica e già docente all’Università La Sapienza di Roma). Introduce il Direttore del MEIS, Simonetta Della Seta.

La mostra, aperta al pubblico dal 14 dicembre 2017 al 16 settembre 2018, comunica in modo originale l’unicità della storia dell’ebraismo italiano, descrivendo come la presenza ebraica si sia formata e sviluppata nella Penisola dall’età romana al Medioevo e come gli ebrei d’Italia abbiano costruito la propria peculiare identità, anche rispetto ad altri luoghi della diaspora. Da dove sono venuti gli Ebrei italiani? Quando? Perché? E, una volta giunti in Italia, dove hanno scelto di attestarsi? Quali rapporti hanno stabilito con le popolazioni residenti, con i poteri pubblici: prima con la Roma imperiale, poi con la Chiesa, ma anche con i Longobardi, i Bizantini e i musulmani, sotto il cui dominio hanno vissuto? Quali sono stati la vita, le consuetudini, la lingua, la cultura delle comunità ebraiche d’Italia nel corso di tutto questo lungo tempo? E soprattutto: cosa ha di particolare e di specifico l’ebraismo italiano rispetto a quello di altri luoghi della diaspora?

Attraverso cinque grandi divisioni, il percorso - curato da Anna Foa, Giancarlo Lacerenza e Daniele Jalla, con l’allestimento dello studio GTRF Tortelli Frassoni Architetti Associati - individua le aree di provenienza e dispersione del popolo ebraico, ripercorre le rotte della diaspora e dell’esilio verso il Mediterraneo occidentale, dopo la distruzione del Tempio. Inoltre documenta la permanenza a Roma e nel sud Italia, parla di migrazione, schiavitù, integrazione e intolleranza religiosa, in rapporto sia al mondo pagano che a quello cristiano, segue la fioritura dell’Alto Medioevo e poi, in un clima politico segnato dalle dominazioni longobarda, bizantina e musulmana, il precisarsi di una cultura ebraica italiana, anche a nord. Fino alle Crociate, agli eccidi, alle conversioni forzate che segnano le comunità ebraiche tedesche, mentre quelle italiane godono ancora di una notevole stabilità e relativa convivenza con l’ambiente circostante.

Oltre duecento oggetti, fra i quali venti manoscritti, quarantanove epigrafi di età romana e medievale e oltre cento tra anelli, sigilli, monete, lucerne, amuleti, sono esposti in un percorso coinvolgente, ricco di immagini, ricostruzioni ed esperienze.

Come sottolineano i curatori, “nei limiti storici e geografici del primo millennio di presenza ebraica in Italia, la mostra affronta il rapporto fra maggioranza e minoranza da un duplice punto di vista: quello delle condizioni che una maggioranza assicura a una minoranza, dall’eliminazione all’assimilazione, passando attraverso tutte le gradazioni possibili tra questi estremi, che portano entrambi alla scomparsa di una minoranza; e quello dellaminoranza che, se può perseguire gli obiettivi della convivenza e dello scambio con la società esterna, e cioè dell’integrazione, non può invece accettare di essere assimilata, pena la perdita della sua identità”.

4 luglio 2018

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