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Storie restituite. I documenti della persecuzione antisemita nell’Archivio Storico Intesa Sanpaolo

La mostra alle Gallerie d'Italia

Faldoni degli archivi storici

Faldoni degli archivi storici

Ricostruire le storie di oltre 1500 cittadini ebrei e stranieri attraverso i documenti relativi ai beni a loro sottratti: espropriati, confiscati e sequestrati in Lombardia dall’EGELI (Ente gestione e liquidazione immobiliare), organo governativo che ebbe un ruolo chiave nella spoliazione degli ebrei fra il 1939 e il 1945.

È l’intento della mostra “STORIE RESTITUITE. I documenti della persecuzione antisemita nell’Archivio Storico Intesa Sanpaolo, allestita presso le Gallerie d’Italia, in Piazza della Scala a Milano, in occasione della Giornata della Memoria e aperta fino al 23 febbraio 2020.

La mostra, curata da Barbara Costa, responsabile dell’Archivio storico di Intesa Sanpaolo, e da Carla Cioglia, conclude un progetto biennale di riordino e inventariazione del fondo archivistico EGELI della Cariplo curato dall’Archivio Storico di Intesa Sanpaolo nell'ambito di Progetto Cultura. 

Un imponente lavoro di analisi, restauro e riordino di oltre 1500 pratiche conservate in 300 faldoni d’archivio provenienti dalle filiali della rete territoriale del gruppo, che come tanti tasselli restituiscono le vicende delle persone e delle famiglie colpite dai Provvedimenti per la difesa della razza italiana emanati nel novembre 1938,  che classificavano la popolazione non sulla base dell'appartenenza ad una religione ma ad una razza, quella ebraica.
L’EGELI era incaricato di acquisire, gestire e rivendere i beni eccedenti la quota di proprietà consentita ai «cittadini italiani di razza ebraica»

Dalle carte esposte su diversi pannelli, affiancate da foto di famiglia e ampie note biografiche, emergono le vicissitudini delle persone a cui venivano sottratti tutti i beni, dagli immobili ai vestiti, ai giocattoli: tutto quello che faceva parte della quotidianità di uomini, donne, bambini. Dal materiale d’archivio sono state ricomposte sei storie, quelle di Eugenio Colorni, Rinaldo Jona, Aurelia Josz, Gino Emanuele Neppi, Piero Sonnino, Shulim Vogelmann, che rappresentano un'umanità la cui vita veniva sconvolta da imposizioni non appellabili.

Dalla mostra emerge anche l'importanza della tutela e conservazione degli archivi per mettere i documenti storici a disposizione dei cittadini e in particolare dei giovani, perché i testimoni dei fatti passati non ci sono più.

Per apprezzare meglio il lavoro di ricerca svolto è consigliabile vedere la mostra con una visita guidata, condotta dalle curatrici. 

Qui il calendario delle prossime visite guidate.

Informazioni  su orari e biglietti a questo link.

10 febbraio 2020

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