Carlo Sala durante la premiazione del bando di concorso "Adotta un Giusto 2018/19"
Far parte della Commissione educazione di Gariwo e ricevere il compito di valutare gli elaborati delle classi di tutta Italia che hanno partecipato al concorso “Adotta un Giusto” è un’esperienza impegnativa e commovente.
La commozione ti coglie a fine giornata, dopo aver esaminato e valutato decine di testi, di fumetti, di video, di fotografie dei vari ordini di scuole. La commozione ti riprende e sovrasta al termine della premiazione del concorso, come è avvenuto lo scorso 13 maggio: la piccola allieva delle elementari romane chiede, dopo due ore di cerimonia, a Eugène Muhire Rwigilira sopravvissuto al genocidio del Ruanda all’età di sette anni, quasi la stessa età della bambina che lo interroga: “ma la tua mamma è viva?” è un dono di umanità indimenticabile per tutti i presenti. Ed Eugène può rispondere che sì, è viva, che è una vecchia signora che vive la sua età nel suo Paese ed è salva, come lui stesso, grazie alla responsabile dedizione di un missionario italiano che raccolse migliaia di persone nella chiesa, rifiutandosi di lasciare il Paese travolto dalla tragedia del genocidio dei Tutsi su uno dei voli predisposti per i “bianchi”. Sono queste azioni dei Giusti che ci hanno raccolto, è questo bene possibile che, grazie alla mediazione degli insegnanti, ha innescato l’attenzione e la creatività di piccoli e grandi. I grandi sono mossi a mettere in discussione i loro pregiudizi contro i diversi, i piccoli ad esprimere uno spontaneo affetto verso l’altro bambino, la sua mamma, indipendentemente dai colori della pelle o dai veli che coprono il capo.
Noi, costretti a esaminare e valutare, siamo stupiti dalla meraviglia di tanti di questi lavori, e compresi “dalla fortuna di essere prof” come direbbe Nando Dalla Chiesa, dalla bellezza di tante energie giovani che ricordano e tramandano la bellezza delle azioni degli uomini giusti di tutte le parti del mondo nelle situazioni in cui il male ha fatto milioni di vittime, ma non ha cancellato la possibilità di conoscere nel volto dell’altro lo stesso bisogno e capacità di calore, parola, amore.