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Un calcio a Hitler

molologo sulla vita di Nando Valletti, Giusto tra le Nazioni

Un calcio a Hitler
Testo e regia: Mauro Vittorio Quattrina 
Con Andrea De Manincor
Presenta Enrico Carretta
Tratto da "Deportato I 57633, voglia di non morire" di Manuela Valletti

Lo spettacolo è pensato per un pubblico scolastico, per mantenere viva la memoria della vita di Ferdinando Valletti e del momento storico in cui agì. Debutterà a gennaio 2020.

Ho preso in braccio mia figlia ed è scoppiata a piangere. Lei per la paura di questo padre sconosciuto. Io perché la vedevo per la prima volta.

Il monologo inizia con queste parole e dalla fine, in pratica. La storia viene ripercorsa al contrario. La sorpresa è scoprire come sono andati i fatti. Dall’incontro con la figlia e con la moglie: “Dio che ti hanno fatto”, dice la madre vedendolo magro come uno scheletro. Il suo tono, nel monologo, inizialmente è pacato. Ma strada facendo sempre più intenso. È un racconto fatto di piccoli quadri: 

La liberazione degli americani, il carro con le patate, i prigionieri accalcati che si calpestano l’un l’altro e muoiono con le patate in mano. Le carrozzine dei bambini a Mauthausen dove il protagonista trasporta chi non riusciva a camminare per fargli assaporare “l’odore della libertà” al di là del cancello del campo di sterminio. Natale a Gusen II, la famiglia, i ricordi, i giochi a Verona con gli amici. Le SS che festeggiano il Natale con i forni che bruciano corpi. Il lavoro come sguattero in cucina, le bucce di patate e le verdure nascoste fra piede e zoccolo, portate agli amici in baracca. Le partite di calcio con le SS. I sentimenti e le emozioni, le paure e le speranze. L’emotività del gioco del calcio e del quadro psicologico di giocare con i propri carnefici. E poi la scelta caduta su Ferdinando come riserva delle SS dopo un turno di lavoro in cava e dopo aver salito più volte lascala della morte. Il viaggio in treno. La deportazione. L’arresto. Il tradimento degli amici e degli organizzatori dello sciopero. Lo sciopero dei lavoratori dell’Alfa Romeo del Marzo 1944. La moglie incinta. L’infortunio al ginocchio. Il gioco del calcio nel Milan dopo e nel Verona Hellas prima. La vita a Verona. 

Il punto focale rimangono le partite di calcio a Mauthausen. Ferdinando Valletti si immagina di essere sia giocatore che radiocronista durante la partita e la gioca narrandosela come fosse Nicolò Carosio allo stadio di Milano.

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