Anche quest'anno continua il progetto, inaugurato nel 2017 dal Comitato milanese, che contribuirà a far crescere il più grande monumento diffuso d’Europa dedicato ai deportati nei lager nazisti - che già oggi conta più di 56.000 pietre collocate. Ventisei nuovi sampietrini segneranno la Memoria per le vie della città.
Su ogni pietra d’inciampo è applicata una targa in ottone che riporta nome, anno di nascita, giorno e luogo della deportazione, e data di morte della persona cui è intitolata.
Questa mattina - in via De Togni,10 - sono state posate le pietre d'inciampo dedicate a Ernesto Reinach, Ugo De Benedetti, Etta De Benedetti Reinach e Piero De Benedetti - con la partecipazione del celebre gallerista e esperto d'arte Jean Blanchaert, che ricorda le vicende dei suoi parenti deportati ad Auschwitz, appunto la famiglia De Benedetti-Reinach.
I Reinach tentarono la fuga dalla persecuzione verso Svizzera, con il lasciapassare garantito dal nome Caversazio, allora amministratore per il territorio elvetico del loro stabilimento di lubrificanti “Oleoblitz”. Tuttavia, prima che potessero portare a termine il viaggio, una delazione li fece arrestare sul Lago di Como. Ernesto Reinach, il più anziano deportato d’Italia all'età di 89, morì a Bolzano, sul treno per Auschwitz. Ugo, Etta e Piero non fecero più ritorno dal lager.