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Il naturale sviluppo del Giardino dei Giusti

intervista a Gaetano Liguori

Gaetano Liguori, pianista e compositore, vincitore dell'Ambrogino d'Oro nel 2013, è da anni al fianco di Gariwo con la sua musica. Con il suo "pianoforte per i Giusti" ha suonato a Varsavia, a Praga, al Teatro Franco Parenti e nella Sala delle Cariatidi del Palazzo Reale di Milano.
Il suo nome è tra i firmatari dell'appello promosso da Gariwo per sostenere il progetto dell'architetto Valabrega di riqualificazione del Giardino dei Giusti di Milano. Gli abbiamo chiesto di parlarci del valore del Giardino dei Giusti e dell'importanza di rafforzare l'identità di tale luogo per valorizzarne la funzione come luogo di incontro e memoria. 

Il Giardino dei Giusti è diventato negli anni un punto di riferimento per Milano e per lEuropa, sul suo esempio infatti sono nati e stanno nascendo altri Giardini nel mondo. Quale pensi che sia il valore di questo luogo dedicato ai Giusti?

Credo che l’importanza del Giardino dei Giusti sia fondamentale per questa città, che spesso ha la memoria corta. Basti pensare alle targhe dedicate ai giovani partigiani che hanno dato la vita per la libertà e la democrazia, che oggi spesso sono degradate e abbandonate. Credo quindi che qualsiasi operazione che ravvivi la memoria e il ricordo di persone, come i Giusti, che hanno rischiato la loro vita per salvarne un’altra, sia qualcosa di necessario, quasi obbligatorio.

Lobiettivo del progetto dellarchitetto Valabrega è quello di rafforzare lidentità del Giardino, inserendo strutture minime per valorizzarne la funzione come luogo di incontro e memoria. Cosa ne pensi? Credi che sia unoperazione da sostenere?

Se penso alle celebrazioni della Giornata europea dei Giusti, credo sia opportuno arricchire il Giardino con uno spazio per potersi guardare, per poter meditare, per potersi fermare e pensare. Avere un luogo per potersi raccogliere è importante, e credo sia questa la funzione del progetto di riqualificazione - che è un naturale sviluppo del Giardino dei Giusti.
Il Giardino è realizzato sulla Montagnetta di San Siro, che nella memoria dei milanesi è legata al dopoguerra - ma che oggi è anche più semplicemente un luogo per passeggiare, correre o mangiarsi un gelato. Il Giardino è ormai parte di Milano, e come parte della città va rimodernato, continuato.

Una delle critiche mosse al progetto Valabrega riguarda la presunta contrapposizione allo spirito del Monte Stella, concepito come spazio di memoria e creato con le macerie della seconda Guerra Mondiale dallarchitetto Bottoni. Eppure, il progetto di Valabrega intende proprio rafforzare il tema della memoria, attraverso il ricordo dei Giusti di tutto il mondo. Non credi che per il Monte Stella dovrebbe quindi essere un valore aggiunto e un punto dorgoglio ospitare il Giardino dei Giusti potenziandone lidentità?

Assolutamente sì. Mi meravigliano le polemiche per cui viene messo in discussione il Giardino… È come se l’attacco fosse non tanto al progetto, quanto alla presenza stessa del Giardino in quel luogo. Ma questo ormai non si deve discutere, sarebbe come dire che si vuole spostare il Duomo!
Il Giardino fa parte della città, in una sorta di prosecuzione morale del Monte Stella - che ricorda il “risorgimento” dei milanesi nel dopoguerra. La memoria di quanti hanno rischiato la loro vita non solo durante la Seconda guerra mondiale, ma anche di fronte a genocidi, totalitarismi e persecuzioni, è un forte messaggio che ricorda che l’Umanità ha anche un lato buono. Al Giardino sono onorati personaggi, da Nelson Mandela ad Armin Wegner, che possono sembrare molto lontani ma che vengono “avvicinati” nella memoria proprio grazie al Giardino stesso.

Alla luce di questo, il progetto vuole offrire ai cittadini il Giardino in una veste migliore più visibile e fruibile, soprattutto dai giovani - con un nuovo impianto di illuminazione notturna, una sorta di piccolo anfiteatro destinato alle cerimonie pubbliche e altri spazi dedicati alla riflessione, evocando dialogo e meditazione. Come giudichi questa soluzione?

Il progetto mi ricorda molto l’Agorà greca, un posto dove ci si può fermare e discutere di argomenti nobili. A Milano non mancano i luoghi per parlare di affari, per bere una birra, e non vedo perché non ci debba essere uno spazio dove fermarsi a riflettere sulla memoria.

Il progetto di Valabrega viene spesso definito come unopera architettonica di dimensioni faraoniche, nonostante in realtà lintervento interessi meno di 1000 mq dei circa 7000 occupati dal Giardino - e degli oltre 300.000 dellarea totale del Monte Stella e nonostante le modifiche e le riduzioni apportate in base alle osservazioni dei cittadini.

Il progetto è valido, perché riesce a fornire un luogo per poter meditare sui Giusti e sui loro esempi positivi… E credo che temi importanti come quello della memoria non debbano essere oggetto di alcuna strumentalizzazione, in primo luogo politica. 

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La riqualificazione del Giardino di Milano

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