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In onore di Khaled al Asaad

il messaggio di Cristina Miedico

Pubblichiamo di seguito il messaggio che Cristina Miedico, Direttrice del Museo Archeologico di Angera, ha dedicato al "custode di Palmira" Khaled al Asaad in occasione dell'inaugurazione del Giardino di Tunisi il 15 luglio 2016

Quando venni a sapere della tragica morte di Khaled al Asaad cominciai a piangere di un pianto dirotto. Ebbi la sensazione che fosse stato brutalmente violato qualcosa di sacro e intoccabile: era stato torturato e ucciso un Uomo, già anziano, che aveva dedicato tutta la vita a proteggere e promuovere la memoria e la bellezza di un sito come Palmira, un' atrocità simile andava oltre ogni mia immaginazione.

Non ho avuto l’opportunità di conoscere personalmente Khaled al Asaad, ma l’ho sempre visto come un modello, un archeologo e un curatore nel senso più stretto del termine. Un uomo che prima di ogni altro era stato capace di comprendere l’importanza, l’unicità e l’infinita bellezza di Palmira. Un sapiente archeologo che era stato capace, con fierezza e umiltà, di chiedere aiuto al mondo per farla studiare ed emergere dalla sabbia, un promotore culturale capace di far iscrivere Palmira tra i monumenti che sono Patrimonio Mondiale dell’Umanità. A pochissimi di noi sarà possibile raggiungere tali risultati nella vita.

Appena appresi la notizia dell’assassinio di Khaled al Asaad organizzai una conferenza al Museo Archeologico. La Sala non era mai stata così piena e fu per me una grande e felice sorpresa scoprire quante persone erano interessate a capire cosa stava accadendo e a rendere omaggio ad un Uomo Giusto come Khaled al Asaad.

Si è appena concluso a Milano il Convegno Internazionale dei Musei, a cui hanno partecipato oltre 3500 curatori da 150 paesi del Mondo. In tutte le commissioni è stato più volte ribadita la necessità di un impegno più concreto anche da parte delle istituzioni museali nel proporre modelli di pace, nel promuovere occasioni di incontro interculturale. Credo fermamente che lo studio del mondo antico e della Archeologia della migrazione possa fornire modelli di inclusione culturale estremamente importanti per il nostro futuro e non posso pertanto che avere di fronte a me, come modello perpetuo, come esempio imitabile, un archeologo illuminato come Khaled al Asaad che ha difeso fino alla morte un sito romano in area siriana. A lui rivolgo la mia più profonda gratitudine, quella che si prova verso i Maestri, a lui cercherò di ispirarmi nel cercare di costruire ponti tra culture. Spesso tradizioni diverse sono solo apparentemente distanti, e condividono in realtà radici comuni. Europa, infatti, era una principessa fenicia rapita da Zeus sulle coste dell’Asia Minore e condotta a Creta. Dalla loro unione nacquero i futuri fondatori di alcune tra le più importanti città della Grecia antica: non è certo un caso se i loro discendenti decisero di chiamare Europa il nostro continente, che ha quindi le sue radici proprio in Medio Oriente.

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