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Le foglie a noi intorno

la Giornata Europea dei Giusti a San Marino

L'albero realizzato dai bambini sammarinesi (foto di Patrizia Di Luca)

L'albero realizzato dai bambini sammarinesi (foto di Patrizia Di Luca)

Gariwo ha intervistato Patrizia Di Luca, Responsabile Museo dell'Emigrante di San Marino, per conoscere l'impegno per il 6 marzo di questo Stato virtuoso che ha accolto gli ebrei perseguitati dalle dittature di Hitler e Mussolini. Al centro l'arte e il coinvolgimento dell'infanzia, che rifletterà sulla responsabilità individuale, sulla generosità e la condivisione anche grazie all'opera di riconoscimento dei Giusti da parte di Yad Vashem.  


Che cosa organizzate a San Marino per il 6 marzo?
La Repubblica di San Marino quest’anno ricorda la Giornata Europea dei Giusti con la presentazione di un bellissimo albero le cui foglie sono state realizzate dagli alunni delle classi IV e V della Scuola Elementare.
L’albero è il risultato finale di un’attività didattica svolta dalla Galleria di Arte Moderna e Contemporanea, in collaborazione con la Scuola elementare.
Il percorso educativo svolto partiva dalla conoscenza di alcuni “luoghi di memoria” delle persecuzioni nazifasciste e dallo studio di eventi storici legati al territorio sammarinese, che durante la Seconda guerra mondiale ospitò profughi e perseguitati. I bambini e le bambine sono stati guidati a riflettere sulla Shoah e sulle azioni compiute da alcune persone poi riconosciuti come “Giusti tra le Nazioni”, in particolare Giorgio Perlasca e Gino Bartali.
Il titolo del progetto, “Le foglie a noi intorno”, riporta l’attenzione al presente e alla quotidianità, all’importanza di compiere gesti di giustizia e di rispetto.
Le foglie sono state realizzate con la tecnica dell’origami, che non prevede tagli; si è voluto realizzare un prodotto finale proprio per evidenziare che occorre dare concretezza alle idee e che le scelte devono tradursi in comportamenti. Un'altra figura ricordata è quella di Irena Sendler, che ha organizzato una rete di protezione per salvare più di 2000 bambini e bambine del Ghetto di Varsavia. Irena Sendler è ancora poco nota e la sua storia personale consente di riflettere anche sui condizionamenti che subisce la ricostruzione  della memoria storica. Pur essendo una donna militante socialista, il ricordo delle sue azioni in favore degli Ebrei è stato osteggiato dal regime comunista. Riconosciuta Giusto tra le Nazioni nel 1965, solo nel 1983 ottiene il permesse del governo polacco per recarsi a Gerusalemme.


Qual è lo spirito con cui San Marino affronta la seconda Giornata Europea dei Giusti? 
Questa seconda Giornata Europea dei Giusti viene affrontata con un’attenzione particolare, anche perché il 22 gennaio è stata firmato un accordo con lo Yad Vashem per studiare, in modo comparato, le azioni di solidarietà messe in atto dalla comunità sammarinese verso gli Ebrei durante la Shoah. Accanto alla ricerca è nata una riflessione sul significato che quelle scelte hanno oggi e sull’impegno che si vuole mantenere per una concreta promozione e tutela dei diritti umani.


Secondo lei qual è la funzione della Giornata Europea dei Giusti e perché ci dev'essere questo appuntamento accanto alla Giornata della Memoria del 27 gennaio?
La Giornata della memoria è una celebrazione necessaria e fondamentale per ricordare le vittime della Shoah e questo ricordo è prima di tutto un atto di rispetto verso coloro che sono stati perseguitati e verso coloro che – ancora oggi – subiscono le conseguenze psicologiche di quelle inumane violenze.
La Giornata della memoria è un momento importante per riflettere sulle conseguenze dei pregiudizi razziali e dell’odio e per maturare una piena consapevolezza sul fatto che la Storia è il risultato delle scelte di uomini e donne, il risultato della scelta personale tra commettere il male e compiere il bene.
La Giornata Europea dei Giusti sottolinea proprio l’importanza della responsabilità individuale
Si lega strettamente alla Giornata della memoria e valorizza quanto stabilito dallo Yad Vashem, che per primo ha posto l’attenzione sull’aiuto, la generosità, la condivisione. Individuare in tutta la Storia le tracce indelebili del bene è importantissimo perché consente di affermare che è possibile opporsi alle barbarie, alle violenze, alle ingiustizie. C’è un interessante documento del 2011 dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa che invita a ricostruire una memoria comune dell’umanità ricordando non solo le guerre, ma i gesti di solidarietà.

25 febbraio 2014

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