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"Nasce Gariwo - Repubblica Ceca"

intervista ad Andreas Pieralli

In Repubblica Ceca sta per nascere una branca di Gariwo, che avrà davanti a sé particolari sfide e opportunità, legate alla storia e al presente del primo Paese invaso da Hitler, divenuto poi nell'epoca della guerra fredda il Paese di dissidenti come Václav Havel e Jan Patočka. Ne parliamo con il suo fondatore, il giornalista e traduttore Andreas Pieralli, e con la studiosa Miroslava Ludvíková


Che cosa organizzate per la Giornata Europea dei Giusti in Repubblica Ceca?


Stiamo organizzando una conferenza sul tema dei Giusti cechi che si terrà il 10 marzo presso l'Istituto Italiano di Cultura. L'obiettivo della conferenza, tra le altre cose, sarà anche quello di presentare la nuova organizzazione ceca Gariwo, i suoi obiettivi e progetti futuri. Tra gli ospiti avremo Marta Kottová, una sopravvissuta all'olocausto molto attiva nella difesa e diffusione della memoria storica. In diretta Skype dall'Italia avremo poi Miroslava Ludvikova, una storica che da anni studia le storie dei Giusti cechi e che in Italia ha scoperto informazioni storiche molto interessanti di cui ci parlerà. La conferenza sarà seguita dal concerto del celebre pianista Gaetano Liguori che suonerà "Un pianoforte per i Giusti".


Chi sono gli organizzatori e con che spirito hanno pianificato questo evento?


Innanzitutto la Gariwo ceca, di prossima costituzione, e questo in collaborazione con altri partner importanti quali l'Istituto Italiano di Cultura di Praga, l'Ambasciata d'Italia in Repubblica Ceca, l'ONG Post Bellum e l'Istituto di studi sul filosofo ceco Jan Patočka. Oltre a questi stiamo costruendo un'ampia rete di sostegno e di collaborazione con altre ONG locali che si occupano di tematiche simili. La Giornata Europea dei Giusti dell'anno scorso ha visto l'appoggio in forma di patrocinio di ben 11 ONG oltre che della Camera dei Deputati, della Città di Praga, del Centro Ceco di Milano e delle massime istituzioni italiane presenti in Repubblica Ceca.


Può nascere una branca di Gariwo in Repubblica Ceca?


Non solo può nascere ma nascerà! Stiamo già lavorando per espletare tutte le pratiche amministrative necessarie alla costituzione di una nuova organizzazione di diritto ceco che porterà il nome di Gariwo - Zahrada Spravedlivých, ovvero la traduzione in ceco del nome della Gariwo italiana.
Vorrei specificare in merito che questo non è il primo evento di questo genere che realizziamo a Praga, in realtà si tratta già della terza conferenza. Entrambe le edizioni passate hanno riscosso un notevole successo di pubblico, segno di un forte interesse per queste tematiche che desideriamo coltivare e sviluppare.


Si riescono a ricordare i Giusti del totalitarismo comunista in Repubblica Ceca?


Per un paese come la Repubblica Ceca, ex pedina del blocco sovietico, il tema della memoria del comunismo e dei suoi crimini contro la libertà è particolarmente vivo e delicato. È necessario ricordare, infatti, che questo paese, a differenza della Germania con il nazismo, non ha vissuto una vera e propria "catarsi" espiatoria e, ancora oggi, le chiavi di lettura della recente storia nazionale sono molto contrastanti. Basti ricordare che qualche giorno fa una senatrice comunista ad una domanda di un giornalista ha dichiarato in TV che l'invasione militare dei paesi del Patto di Varsavia guidati dall'Unione Sovietica per sedare la cosiddetta Primavera di Praga del 1968 sarebbe stata, in realtà, "un aiuto internazionale". È utile a tal proposito ricordare che in Repubblica Ceca quello comunista, il meno riformato e più conservatore dei partiti comunisti dei paesi dell'ex blocco sovietico, è oggi il terzo partito con quasi il 15% dei voti e non sono poche le figure di spicco del mondo politico ma anche economico e imprenditoriale reduci dell'ex nomenklatura comunista. Questo fatto, tra gli altri, è da una parte il freno maggiore ad una vera e propria presa di coscienza e di distanza definitiva dal passato totalitario così come, dall'altra, della frustrazione della parte più liberale e progressista del paese che vede traditi i valori della Rivoluzione di Velluto del 1989.


Si riesce a parlare del valore universale dei Giusti in Repubblica Ceca?


Praga, grazie alla figura di Václav Havel e del gruppo di dissidenti che firmarono Charta 77, è sempre stata un centro di resistenza intellettuale, culturale e morale (si pensi ad esempio al sacrificio di Jan Palach) di grande importanza che ha ispirato i paesi vicini. Anche per questo motivo tutto il paese era sotto stretta sorveglianza sovietica e, negli anni della Normalizzazione, il regime locale era uno dei più chiusi e impermeabili ad ogni spinta riformista. Grazie al forte legame con la comunità ebraica il tema dei Giusti, intesi come quelli dello Yad Vasem, è relativamente noto e diffuso, molto meno lo è quello dei Giusti intesi in senso universale, ed è appunto questo il campo su cui intendiamo concentrarci. 


Tutti conoscono il quartiere ebraico di Praga. È la comunità ebraica o ci sono anche altre istituzioni a farsi carico del lavoro sulla Memoria (dei Giusti e non)?


Come detto storicamente la comunità ebraica di Praga e della Repubblica Ceca in generale è molto consolidata e si fa attivamente carico del lavoro sulla Memoria. L'altro campo dove si rileva una notevole attività è quello legato alla memoria dei crimini del regime comunista perpretati ai danni della popolazione. Sono numerose, infatti, le associazioni e le organizzazioni non governative che si occupano di questo tema tramite i più svariati progetti rivolti all'ampio pubblico. Tra queste vale la pena ricordare sicuramente Post Bellum, Paměť národa (La Memoria della Nazione), Národ pohasl (La Nazione è bruciata), Živá paměť (La Memoria Viva) oltre che a quelle legate all'eredità intellettuale di Václav Havel come la Biblioteca di Václav Havel e la Fondazione VIZE 97.


Quali sfide e quali vantaggi offre la Repubblica Ceca per un lavoro sui Giusti?


Oltre al lavoro di riflessione e di "catarsi" storica e morale sull'epoca comunista, probabilmente la sfida più importante per i cechi sarà quella sui rapporti con i Rom, la minoranza etnica più consistente del paese. Purtroppo nell'anima ceca, soprattutto ma non solo nelle generazioni più anziane, persiste una forte avversità verso questa etnia che, soprattutto in tempi di crisi economica e di attriti sociali, sfocia a volte in eventi di vero e proprio razzismo (manifestazioni estremiste, violenza, intolleranza). Qui, credo, la strada sarà ancora lunga.
Esistono comunque segni di un certo risveglio delle coscienze. È importante rilevare, ad esempio, un rinnovato interesse da parte delle generazioni più giovani verso i Decreti di Beneš, sulla base dei quali tre milioni di cechi di etnia tedesca, che abitavano nei Sudeti da secoli, dovettero abbandonare le proprie case e i propri beni in nome di una sorta di colpa collettiva del popolo tedesco. In realtà la grandissima maggioranza di questi non aveva niente a che fare con il nazismo. Oggi le nuove generazioni vogliono sapere come andarono realmente le cose e sono disposte a riconoscere le colpe di quei cechi che spesso approfittarono di quei tragici momenti per depredare e regolare i conti personali. Dall'altra parte abbiamo le generazioni più anziane restie a mettere in discussione la legittimità e la giustizia di quei provvedimenti che ancora oggi sono motivo di forte attrito politico tra la Repubblica Ceca e la Germania. Ultimamente ha riscosso molto successo, ma anche forti critiche, il film ceco-polacco Hořicí keř (Il cespuglio in fiamme) che tratta appunto questo evento storico.


Le scuole ceche fanno programmi sulla Memoria dei Giusti? Ci sono associazioni ed enti particolarmente attivi nel lavoro didattico o in quello culturale rivolto alla cittadinanza in senso più ampio?


Sono numerose in questo senso le attività soprattutto verso le scuole dove non mancano incontri con i sopravvissuti, viaggi della Memoria a Terezin, e questo grazie soprattutto alla forza e alla determinazione di molti sopravvissuti all'olocausto che si impegnano da anni per diffondere la memoria storica. Una di queste persone è, perlappunto, Marta Kottová che parteciperà alla nostra conferenza. Particolarmente importante è poi il lavoro svolto da Eva Lustigová, figlia del celebre scrittore ceco di origine ebraica Arnošt Lustig che nei suoi libri ha descritto con grande profondità la tremenda esperienza dei campi di concentramento. Ogni anno, per esempio, un treno della memoria ripercorre il percorso dalla stazione di raccolta di Praga - Bubny verso Auschwitz.


Vuole segnalarci dei Giusti cechi?
 
Ad oggi sono stati riconosciuti 109 Giusti della Repubblica Ceca. Ma non tutte le statistiche accettano questo numero, alcune per esempio riportano il numero di 119 Giusti. La differenza è dovuta allo scioglimento della Repubblica Federale Cecoslovacca da cui sono nate le attuali Repubblica Ceca e Slovacca. Alcuni, quindi, considerano anche i Giusti di origine ceca che hanno aiutato nelle zone dell'Ucraina che durante la guerra facevano parte della Cecoslovacchia, oppure i Giusti di origine ceco-tedesca. Diciamo, comunque, che i Giusti sono ufficialmente 109 Giusti.
I Giusti più famosi sono sicuramente Přemysl Pitter e Olga Fierzová, poi anche Milena Jesenská. Recentemente è stato riconosciuto come giusto anche Karel Košvanec, che trafugava di nascosto il cibo per i prigionieri del ghetto di Terezin, e Antonín Kalina, il prigioniero politico che, rischiando la propria vita, ha salvato un migliaio di bambini ebrei. La sua memoria è stata riconosciuta anche grazie al nuovo libro di Stanislav Motl.

Andreas Pieralli, giornalista e traduttore

24 febbraio 2014

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