Giusti
Lettere da Berlino
Il 5 novembre, Sky ha trasmesso Lettere da Berlino, film di Vincent Pérez con Emma Thompson e Brendan Gleeson. Una bellissima pellicola su una coppia che ha sfidato il regime hitleriano protestando in un modo molto inusuale - usando delle cartoline. Tratto da un'emozionante storia di verità.
La resistenza morale del Card. François Xavier Nguyên Van Thuân
Il prelato, nato nel 1928 in Vietnam, è stato nelle carceri comuniste per 13 anni con l'accusa di agire "per un complotto tra il Vaticano e gli imperialisti". Ha risposto alla persecuzione con il perdono, e ha lasciato dietro di sé un importante libro, Il cammino della speranza, le cui riflessioni ricordano quelle di alcuni importanti testimoni di verità.
Raoul Wallenberg Medal per Aida e Charles Aznavour
La Fondazione Internazionale Raoul Wallenberg (IRWF) ha conferito la "Raoul Wallenberg Medal” ai fratelli Aida e Charles Aznavour. Questo premio prestigioso è un segno di riconoscimento alla famiglia Aznavour - madre Knar, padre Mischa, figlia e figlio - che durante i giorni oscuri dell'occupazione nazista in Francia, ha teso la mano ai perseguitati dai nazisti. In occasione di questo riconoscimento, il famoso cantante si è recato anche al Giardino di Neve Shalom - Wahat el Salam.
Il Marocco e il Museo della Shoah di Washington annunciano progetti comuni
Il Principe marocchino Moulay Rashid incontra la Direttrice del museo Sarah J. Bloomfield, per parlare di un lavoro comune sugli archivi riguardanti la Shoah e di promozione della tolleranza in memoria delle azioni giuste del re Mohammed V - che durante la Shoah si oppose a ogni forma di discriminazione e deportazione.
La prima volta di un arabo come Giusto fra le nazioni
Mohamed Helmy, medico nato in Egitto, nascose quattro ebrei a Berlino per tutta la durata della guerra. Era stato riconosciuto Giusto già nel 2013, ma allora non era stato possibile rintracciare parenti favorevoli ad accettare la medaglia di Yad Vashem. Ora qualcosa è cambiato. Di Ofer Aderet
Perché soltanto un arabo è Giusto fra le nazioni?
"Gli arabi non avevano da guadagnare – bensì da perdere – a essere identificati come salvatori degli ebrei”, ha spiegato lo studioso Robert Satloff. Questo contribuisce a spiegare il silenzio sui Giusti arabi. Oggi questo silenzio viene rotto dal riconoscimento di Mohamed Helmy, medico egiziano, come Giusto fra le nazioni. Ma restano aperte molte domande. Di Ofer Aderet
I "Giusti"
esempi di resistenza morale al male estremo
La storia del Novecento è drammaticamente segnata da crimini contro
l'Umanità, come il genocidio del popolo armeno nel 1915-'16; la Shoah
nel corso della Seconda Guerra Mondiale; i gulag nel periodo del
comunismo; le tragedie del Rwanda e dei Balcani negli anni '90. In
ognuna di queste situazioni estreme sono esistiti uomini che hanno
trovato la forza di opporsi al Male seguendo il principio della
responsabilità personale.
Se non si può rintracciare con parametri rigidi la figura del "Giusto", se ne possono cogliere alcune caratteristiche comuni, presenti in
tutte le esperienze genocidarie. Ciò che conta è la capacità di
ascoltare la propria coscienza, di difendere il principio di umanità al
di là dei condizionamenti ideologici, religiosi, politici, o etnici,
sociali e culturali. Il paradigma è la preziosa esperienza della Commissione dei Giusti di Yad
Vashem, allargata e approfondita nel segno di una riflessione
universale sull'uomo.