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"Esiste un legame tra deforestazione, governo del territorio e pace"

le parole di Rahab Mwatha

Rahab Mwatha con il sindaco di Milano Giuseppe Sala davanti alla targa dedicata a Wangari Maathai

Rahab Mwatha con il sindaco di Milano Giuseppe Sala davanti alla targa dedicata a Wangari Maathai

Permettetemi di ringraziare per prima cosa gli organizzatori per questa splendida opportunità. Desidero anche ringraziare Gariwo e l’Associazione per il Giardino dei Giusti, che hanno voluto onorare la mia cara amica, la Prof.ssa Wangari Maathai, vincitrice del Premio Nobel per la Pace 2004.

Ho incontrato la Professoressa Wangari Maathai all’Università di Nairobi. Nei primi anni ’70 eravamo tutte e due dipendenti dell’Università di Nairobi (UON). Io ero all’ufficio centrale delle Ammissioni e lei era docente nella Facoltà di Medicina Veterinaria. Entrambe eravamo coinvolte nello e interessate allo sviluppo delle donne, alla pace e alla democratizzazione, quindi ci siamo unite alle organizzazioni femminili esistenti sul piano nazionale e regionale, come Maendeleo ya Wanawake, l’Associazione Universitaria delle Donne, la Società delle donne del Kenya, l’Associazione per la guida delle ragazze, la Federazione degli Avvocati Donna del Kenya, la Gilda delle donne PCEA, e molte altre organizzazioni che facevano parte del National Council of Women of Kenya, che a quell’epoca operava come ombrello delle organizzazioni delle donne in Kenya. La Professoressa Wangari Maathai fu eletta per guidare il comitato ambientale del NCWK, dove lei pose all’attenzione le questioni ambientali creando il Green Belt movement in risposta ai tagli di alberi che avvenivano in modo massiccio per produrre materiali da costruzione, per bruciare il carbone e anche per i lavori stradali in molte parti del Kenya.

Nel 1977, lei organizzò una cerimonia di piantumazione alberi a Kamukunji, presso Nairobi. Fu eletta massima rappresentante dei Comitati Ambientali e io ero il Segretario. Il comitato operava insieme sul programma di piantumazione alberi sotto la guida di Wangari.

Nel 1979, Wangari Maathai fu eletta Presidente del National Council (NCWK) e io ne fui eletta Segretario Nazionale nel 1997. Wangari fu anche riconosciuta da molte altre organizzazioni, inclusa l’UNEP. Wangari era una tale leader, mentore, grande amica e madre da meritare ogni ammirazione, e attraverso la sua leadership molti seguirono il Movimento nel suo Paese e nel mondo.
La Prof.ssa Wangari era anche membro del Kenya International Liaison Centre e presentava informazioni sull’ambiente al NCWK.Operò poi come Viceministro per l’Ambiente e le Risorse Naturali negli anni 2003-2007.

Quando fu fondato il Green Belt Movement 40 anni fa, Wangari Maathai era la Presidente del National Council of Women of Kenya. La protezione dell’ambiente è stata e rimane una massima priorità nel mio Paese, il Kenya, e nel mondo.

Signore e Signori,

Secondo il Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP), la deforestazione nelle Torri Idriche del Kenya priva la nostra economia di 6 milioni di scellini su base annua e minaccia più del 70% delle risorse idriche del Paese.
I dati dell’UNEP ci dicono inoltre che le torri idriche e le foreste del Kenya contribuiscono per più del 3.6 per cento al PIL nazionale, e i vantaggi economici dell’ecosistema forestale sono oltre quattro volte maggiori dei vantaggi a breve termine della deforestazione.

Prevenire l’ulteriore distruzione delle foreste e delle terre umide del Kenya e investire nel loro ripristino e utilizzo sostenibile è uno degli investimenti più intelligenti ed efficaci sul capitale naturale che il Kenya possa mai intraprendere – questo non servirebbe solo a combattere il cambio climatico, ma anche a creare posti di lavoro, ricchezza, ad assicurare sicurezza idrica e alimentare, e a realizzare gli obiettivi di Vision 2030.

Nuovi dati diffusi recentemente dal Green Peace GIS Laboratory, dall’Uniersità del Maryland e da Transparent World, in collaborazione con il World Resources Institute e WWF Russia, hanno mostrato che 104 milioni di ettari delle Foreste vergini rimanenti e dei relativi paesaggi — un’area grande tre volte la Germania — hanno subito un degrado derivante dall’attività umana (incendi, produzione di legname, costruzione di strade e agricoltura) dal 2000 al 2013. In Kenya, le proiezioni parlano di una crescita del fenomeno del 4.9% entro il 2017 in modo costante fino al 5.8% entro il 2019.

I paesaggi forestali intatti sono fra i più importanti al mondo, e il loro degrado ha conseguenze devastanti per la biodiversità, la nutrizione umana e il clima.

Per questa ragione, la storia del Green Belt Movement in Kenya è così importante. Fondato nel 1977, la sua missione è chiara – rispondere al fabbisogno delle donne del Kenya rurale che avevano denunciato che I loro torrenti si stavano prosciugando, le loro forniture di cibo erano meno sicure e che dovevano camminare molto più a lungo per trovare la legna da ardere necessaria per il carburante, per le costruzioni e per le recinzioni.

Il Green Belt Movement ha incoraggiato le donne a lavorare insieme per far crescere sementi e piantare alberi per rinforzare il suolo, per immagazzinare l’acqua piovana, fornire cibo e legna da ardere e ricevere un piccolo segno monetario di apprezzamento per il loro lavoro. Il progetto è fiorito e nel 2004, per la sua guida trasformativa del Green Belt Movement, la sua Fondatrice, la Prof.ssa Wangari Maathai, ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace.

Poco dopo avere iniziato il suo lavoro, la Prof.ssa Wangari e i suoi colleghi iniziarono a comprendere che c’era qualcosa di più in gioco nei paesaggi del Kenya – dietro le asprezze della vita quotidiana affrontate dalle comunità nelle aree rurali, c’erano perdita di potere, perdita di indipendenza, cattiva gestione politica ed eonomica, diseguaglianza e un’erosione dei valori. Questi elementi prima avevano prima creato un cuscino, una protezione, e permesso alle comunità di proteggere il loro cibo, di lavorare insieme per il mutuo beneficio, e di farlo in maniera altruistica e onesta per il bene comune..

Oggi, in parte grazie proprio al lavoro del Green Belt Movement, abbiamo una comprensione molto più profonda del legame tra la deforestazione, il governo del territorio e la pace, questi tre pilastri che formano le fondamenta dello sviluppo sostenibile.
In anni più recenti, il lavoro del Green Belt Movement è incentrato sul ripristino dei paesaggi degradati del Kenya, sapendo molto bene che la nostra sopravvivenza dipende dall’integrità di questi ecosistemi forestali. Sono fiera del lavoro del Green Belt Movement e onorata di aver lavorato come Segretario per il suo Consiglio direttivo per molti anni.

La compianta Prof.ssa Wangari Maathai era una persona gioviale e molto amichevole con tutti. Così, penso che ciò che cerco di dire è… e questo secondo le parole della Professoressa e non le mie, “Non dimenticare di sorridere e di ridere ogni giorno, anche quando i tempi sono duri. I problemi che stai sperimentando ora sono come un fiume – Semplicemente passano e scorrono via", intendendo che i problemi passeranno.

Ecco un’altra ragione per la quale sono felice di essere qui, in rappresentanza del Green Belt Movement, per ringraziare di questo grande onore. Essere qui in un giorno che ora è diventato una data importante nel calendario di Milano è qualcosa di speciale.

Non voglio concludere il mio discorso prima di portarvi i saluti personali di Wanjira Mathai, la figlia di Wangari Maathai, che avrebbe voluto essere qui oggi. Mi ha chiesto personalmente di rappresentare lei e il Green Belt Movement, sapendo che il nostro legame è profondo e ampio.

In chiusura, permettetemi di ringraziare tutti voi ancora una volta, a nome del Green Belt Movement del Kenya, per questo splendido onore. Non vediamo l’ora di tornare a Milano per vedere crescere il vostro Giardino. Grazie!

Rahab Mwatha, the Green Belt Movement International – Europa

Analisi di

18 marzo 2019

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