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Difendere la comunità indigena del Cherán

la storia dell'attivista assassinata Guadalupe Campanur

Guadalupe Campanur

Guadalupe Campanur

È stata assassinata a gennaio in Messico Guadalupe Campanur, 32 anni, attiva nella difesa della comunità indigena del Cherán - situato nella parte nordoccidentale dello Stato messicano di Michoacán, uno dei più colpiti dalla criminalità legata al narcotraffico. Nella zona del Cherán appunto, le collusioni in atto tra i partiti politici, la mafia e la polizia erano così forti che, nel 2011, la popolazione - con le donne in prima fila - ha guidato una rivolta per respingere la criminalità al di fuori dei propri confini.

Da quel momento vige nella regione una sorta di autogestione al femminile, di cui ha parlato anche il Guardian in un articolo del 3 aprile 2018. Vivendo del legname delle sue antiche foreste, la popolazione subisce le conseguenze dei traffici illegali di questo materiale, oltre che del disboscamento. A seguito dell'assassinio di Guadalupe, la comunità indigena locale ha voluto porre omaggio alla sua strenua lotta per la difesa dei boschi, contro i traffici illegali, che sarebbero ora una diversificazione delle attività del crimine organizzato

La comunità ha inoltre chiesto di condannare l'omicidio dell'attivista come "femminicidio", in ragione del fatto che il suo corpo è stato trovato senza vestiti e con segni di violenza. Sono le donne ora a occuparsi dell'andamento della regione del Cherán, che ha un proprio sistema giudiziario che punisce con multe o condanne ai lavori socialmente utili chi si macchia di irregolarità.

"Le eco-mafie - si legge sul sito Greenreport.it - avevano nel mirino Guadalupe Campanur fin da quando fondò la Ronda Comunitaria de Cherán che svolgeva le funzioni di guardaboschi e che dette il via al movimento dei comuneros di Cherán: un municipio di 20.000 abitanti che nel 2008 iniziò a difendere il territorio dalle mafie del Michoacán, per poi dichiararsi municipio autonomo nel 2011 con un governo stabilito dalla comunidad, senza partiti politici. La lotta per difendere l’ambiente ha fatto diventare Cherán un simbolo della difesa del territorio e delle risorse naturali in Messico, ma questa lotta è già costata la vita a 19 persone"

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