Il 24 ottobre 2018 moriva in Messico Julián Carrillo, ucciso con diversi colpi di pistola nello Stato del Chihuahua. I gruppi di difesa per i diritti umani stanno denunciando da anni la pericolosità di difendere l'ambiente in Messico, solo nel 2017 il report di Global Witness sugli omicidi dei "difensori dell'ambiente" ha registrato nel Paese 15 uccisioni.
Il defender è stato assassinato in seguito alla protesta dei contadini del territorio di Coloradas de la Virgen contro una concessione mineraria che il governo voleva accordare a un'impresa senza il loro consenso, riporta Amnesty International.
Carrillo aveva ricevuto molte minacce di morte durante le proteste e due suoi parenti erano stati assassinati allo scopo di terrorizzarlo. Con loro, sono stati eliminati molti altri attivisti della Alianza Sierra Madre - organizzazione non governativa che lavora con le popolazioni indigene di Ódami e Rarámuri, nello Stato di Chihuahua -, compreso il vincitore del premio Goldman per l'ambiente, Isidro Baldenegro Lopez.
Secondo Amnesty International, solo un killer è stato identificato finora e non sono stati compiuti arresti. "L'omicidio di Carrillo è emblematico delle minacce che affrontano i defender nel Paese", ha dichiarato Ben Leather di Global Witness. "L'imposizione di forme di sfruttamento delle risorse alle comunità locali e indigene senza il loro consenso, la violenza diffusa aizzata dalla perdurante impunità e un governo che non riesce a proteggere gli attivisti" sono alla base del grave rischio che corrono quotidianamente queste persone.
Mentre di solito i crimini dei cartelli della droga vengono condannati, si tace sulle connivenze del governo, denuncia il giornale inglese The Guardian. I responsabili politici spesso vengono corrotti da tangenti pagate per ottenere le concessioni minerarie e per l'estrazione del legname estremamente lucrative. Quando le comunità indigene decidono di agire per ripulire le loro foreste, la reazione è spesso brutale e culmina in violenze e assassini.