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L'Europa vuole essere il primo continente a emissioni zero

entro il 2050

Alla presentazione della comunicazione della Commissione europea dell'European Green Deal

Alla presentazione della comunicazione della Commissione europea dell'European Green Deal

Ursula von der Leyen ha presentato ieri a Bruxelles la prima legge sul clima dell'Ue, la normativa che sancirà per la prima volta l'obiettivo della neutralità climatica dell'Unione Europea entro il 2050. L'Europa dovrà tagliare del 50% le emissioni entro il 2030 (al momento è previsto il 40), arrivando, compatibilmente con il sistema industriale, fino al 55%. Non solo, sarà previsto anche un Patto climatico con i cittadini europei, ossia un meccanismo per consultare e coinvolgere attori economici e cittadini nel Green Deal.

Come avverrà questo percorso?

Come abbiamo potuto comprendere molto bene oggi alla presentazione della comunicazione della Commissione europea dell'European Green Deal - tenutasi presso la Rappresentanza della Commissione europea a Milano - è necessario sviluppare fonti di energia più pulite e tecnologie verdi che ci consentirebbero di produrre, viaggiare, consumare e vivere rispettando di più l’ambiente; attuare in tutti i settori un’economia realmente circolare, o meglio digicircolare, come ha dichiarato in collegamento il Direttore di ASVIS Enrico Giovannini; proteggere la biodiversità. Tutto questo in un quadro di equità sociale.

La parola chiave dell’accordo è transizione giusta: bisogna accompagnare i continenti verso un cambiamento sostenibile in termini ambientali ma anche in termini sociali e umani, trovando un equilibrio tra l’immediatezza del cambiamento necessitata dal clima e le difficoltà che le economie e le popolazioni dovranno affrontare, che richiederanno tempo, pur nell’ottica di renderlo il più breve possibile. “Siamo di fronte a due emergenze”, ha dichiarato il climatologo Luca Mercalli durante la presentazione, “quella climatica, che richiede fretta, e quella sociale, che richiede lentezza. Se manchiamo questo punto d’incontro andremo verso i 5° e 1 metro e mezzo di mare in più entro fine secolo: la catastrofe”. Per questo motivo, è necessario aiutare anche in termini finanziari le realtà più deboli e più a rischio. L’Europa stanzierà infatti, secondo la legge sul clima, un Fondo transizione di 100 miliardi per il periodo 2021/27, per rendere socialmente meno pesante la decarbonizzazione, passaggio primario della lotta al cambiamento climatico.

La Legge prevede inoltre la reforestazione del continente (foreste e oceani assorbono ciascuno un 30% della CO2 mondiale); la lotta alla plastica monouso; una riforma della politica agricola; un nuovo foodsystem sostenibile (che ad oggi rappresenta quasi il 30% delle emissioni mondiali) farm to fork (dalla fattoria alla forchetta); la riduzione delle quote gratuite alle compagnie aeree e lo sviluppo di una mobilità non inquinante; l’istituzione di una Banca Climatica europea.

La transizione richiederà senza dubbio un impegno economico importante da parte di tutti i continenti, ma il costo della non transizione, stimato in 200 miliardi di euro l’anno se si raggiungono i 3° in più in Europa, sarebbe ancora più alto, come ha spiegato Andrea Vettori, che si occupa di politiche ambientali alla Commissione europea.

Un altro elemento cardine nella mitigazione dei cambiamenti climatici, che ha dato il nome all’ancora in corso Cop25 di Madrid - Blue Cop, è l’oceano. Ce ne ha parlato Mariasole Bianco, Biologa marina, Presidentessa Wordrise e vincitrice premio Donnambiente 2019. “Il nostro pianeta senza l’oceano, che si sta riscaldando fino a oltre 2000 metri di profondità, oggi avrebbe 36° in più”, ha affermato.

L’Unione europea, che rappresenta solo il 10% delle emissioni globali, come può fare la differenza e influenzare i grandi inquinatori? Lo può fare perché è una componente fondamentale dell’economia globale (il 20%), quindi le sue scelte la condizionano. Secondo quanto previsto dal Green Deal, inoltre, l’Ue non potrà avviare nuovi trattati commerciali con coloro che non rispettano gli obiettivi climatici di Parigi, e anche sospenderli dopo l'entrata in vigore, in caso di un cambio di rotta. L’Europa, aggiunge Giovannini, è l’unico attore mondiale che permette di accedere ai fondi sull’innovazione anche se non si è europei, e sappiamo che l’aspetto tecnologico è un altra chiave per contrastare il Global Warming insieme a una politica commerciale green.

La von der Leyen ha dichiarato oggi durante l’annuncio ufficiale del Green Deal: “Sarà un accordo che ci darà più di quanto ci richieda. È un invito per tutti a partecipare, qualcosa che dobbiamo ai nostri figli”.

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