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Ara Khatchadourian (1964)

un runner Ambasciatore di pace

Ara Khatchadourian nasce in Libano nel 1964. I nonni erano originari di Erzerum, in Turchia. Di professione orafo, decide di trasferirsi in Francia nel 1983, a 19 anni, in seguito all’accelerazione della guerra civile in Libano che aveva accompagnato tutta la sua adolescenza. L’inserimento a Marsiglia è difficile e Ara si immerge totalmente nel lavoro per vincere la nostalgia del Libano. Lo sport non fa parte della sua vita fino a 40 anni, quando durante un viaggio in Libano scopre la corsa a piedi e al suo ritorno in Francia corre la sua prima maratona. Diventa uno sportivo e un atleta di grande esperienza motivato a sfidare i propri limiti, ma insieme scopre il valore insito dell’attività sportiva che può costituire un grande aiuto per la formazione dei giovani e per il miglioramento della vita sociale.

Ara non è arrivato ad essere runner per caso. Aveva un obiettivo: diventare Ambasciatore di pace. Si è preparato negli anni, prima scalando le montagne. Una lunga lista di cime raggiunte, dalle più accessibili alle più impegnative fino all’esperienza estrema dell’Everest. Il Monte Bianco in Europa, l’Huascaran in Perù, il Kilimangiaro in Africa, in Asia l’Everest, sulla cui vetta nel 2008 un gruppo di alpinisti cinesi hanno acceso la fiamma olimpica, e tanti altri. Ara, a 51 anni, ha raggiunto la vetta della montagna più alta del mondo nel maggio del 2016, a un anno dal centenario del genocidio armeno, per portare anche là la sua aspirazione alla pace e al dialogo tra i popoli e soprattutto come ha dichiarato in un’intervista, portando con sé la memoria di tutti i genocidi del XX e XXI secolo e le vittime delle guerre. Tanti continenti toccati da lui a simboleggiare l’aspirazione dell’uomo all’universale. Come armeno, non poteva mancare il Monte Ararat in Turchia, la prima vetta che Ara ha raggiunto nel 2001.

Diventare maratoneta è stato un approdo naturale. Correre attraverso i continenti per portare un messaggio di pace e coinvolgere gli uomini di buona volontà. Ara nel 2018 corre da Marsiglia a Yerevan, 11 Paesi, 500 fra città e borghi, 4.500 chilometri. Porta ovunque il suo messaggio: mettere le proprie energie al servizio di una causa, la pace e il dialogo tra i popoli. Sottolinea che si rivolge “ai giovani dai 5 ai 105 anni”, perché trasformino i propri ideali e i propri sogni in realtà. Lui stesso ha realizzato un sogno, il suo sogno: correre una maratona al giorno, 42 chilometri, dalla sua città, Marsiglia, e raggiungere Yerevan 105 giorni dopo. Ha attraversato la Turchia. Non è riuscito a consegnare al Presidente il messaggio di pace, ma non ha perso la speranza. Ara non si è demoralizzato, ha proseguito accompagnato da giovani turchi che si univano a lui per pochi chilometri, per poi scomparire e ricomparire in altri luoghi. 

È giunto in Armenia attraverso la Georgia, effettuando una prima sosta nella città di Gyumri, dove è stato accolto dai funzionari provinciali e cittadini. Tre giorni dopo, Khatchadourian – accompagnato da 25 appassionati di running, compresi i membri della Armenian Marathon Foundation e del TriClub Yerevan – ha percorso i chilometri conclusivi del suo incredibile viaggio, tagliando la linea del traguardo a Yerevan in Piazza della Repubblica. I rappresentanti delle istituzioni e molti fan si erano riuniti nella grande piazza per dargli il benvenuto al completamento dei 105 giorni della Corsa per la Pace. Per Khatchadourian, questa sfida atletica porta con sé un significato più alto: promuovere la pace attraverso lo sport, ma non solo: "Questa è una corsa per la pace per il mondo intero. Soltanto nell’ultimo secolo, 170 milioni di persone sono morte in guerre e massacri. Mia nonna attraversò il Genocidio armeno, mia madre e mio padre vissero la Seconda Guerra Mondiale, io sono cresciuto durante la Guerra in Libano. Questo ciclo deve fermarsi”, ha dichiarato Khatchadourian. E ancora: "Il mio principio è trasmettere valori che vincano la violenza e l’odio. Voglio dire alle persone che attraverso il loro lavoro, il loro impegno sostenuto da un ideale è possibile raggiungere insieme degli obiettivi importanti per l’umanità. Io vado nelle scuole e dico agli studenti che possono realizzare i loro sogni, ma ci vuole determinazione, impegno. Senza sforzo, è impossibile raggiungere ciò che si desidera”.

Questa conquista ha spinto Khatchadourian in direzione di un nuovo impegno: diventare Ambasciatore di Buona Volontà per il progetto “Bridge for CSOs”, un Ponte a sostegno delle Organizzazioni della Società Civile, progetto finanziato dall’Unione Europea, dall’AGBU (Armenian General Benevolent Union) , in partnership con l’ “Eurasia Foundation”. Un talento sportivo della diaspora che si impegna con un’organizzazione non governativa locale, a favore di un’impresa nuova di grande rilievo: incoraggiare il volontariato dei giovani per migliorare la coesione sociale e la messa in comune di valori, per prendersi cura delle fragilità e realizzare progetti di inclusione e tolleranza. Un progetto che deve servire al bene pubblico attraverso l’assunzione di responsabilità verso i bisogni delle persone e della comunità. In questo nuovo ruolo Ara Khatchadourian aiuterà anche a promuovere la Maratona di Yerevan e a indirizzare lo sport all’impegno per il bene comune.

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