Calciatore, membro della più grande squadra di calcio ruandese, la Rayon Sports, a causa della sua appartenenza all’etnia tutsi fu costretto, allo scoppio del genocidio del 1994, a nascondersi continuamente. Aiutato dai suoi compagni e da un hutu tifoso della sua squadra, Eric si rifugiò per un breve periodo anche all’Hotel Mille Colline.
Decise poi di non tornare in patria durante una partita in Tunisia, e si trasferì prima in Belgio e poi nel Regno Unito.
Oggi dedica la vita a ciò che lo ha salvato, il calcio. La sua fede nello sport e nei suoi valori lo ha spinto a fondare l’organizzazione Future for Hope, Peace and Unity, con la quale utilizza il calcio come strumento per promuovere tolleranza, unità e riconciliazione tra i giovani ruandesi.